Enrico SMARGIASSI ha scritto:
> La questione comunque e' semplice. Si tratta dei casi in cui non e'
> possibile definire un circuito vero e proprio perche' la corrente non
> scorre in canali ben definiti. Nel Feynman per esempio c'e` un
> paragrafo proprio intitolato "Eccezioni alla regola del flusso", con
> due esempi. Il primo (quello con le due "D") mi lascia francamente
> assai perplesso, ma il secondo sembra sensato, e l'ho trovato anche
> altrove (per esempio nel Griffiths cap. 7.1).
>
> Forse sarebbe piu' appropriato dire non che la legge in forma
> integrale non vale, ma che non e' applicabile a tutti i casi. Come
> risposta minimale puo' anche andare, ma non mi lascia del tutto
> soddisfatto. Che fine ha fatto l'equivalenza tra le forme
> differenziale ed integrale? Se e' sempre valida, come fa a non valere
> la regola del flusso? E se non e' valida, come si caratterizza questa
> non equivalenza?
"bruno il pasticcere" ha scritto:
> Quello del disco di rame che ruota nel campo magnetico (immagino fosse
> uniforme per semplicit�) della calamita � un classico esercizio di
> elettromagnetismo.
Valter Moretti ha scritto:
> Il punto �: come si calcola la fem indotta in questo caso?
Enrico SMARGIASSI ha scritto:
> Infatti il problema e' questo. Sembrerebbe che la forma integrale sia
> piu' o meno inutile.
Come mi capita spesso, intervengo in ritardo, ma le ragioni piu' o
meno le sapete. In questo caso poi ho dovuto rivedere la questione e
pensarci un tantino...
Quanto all'equivalenza tra le due forme, non mi pare ci siano dubbi:
vale solo per la f.e.m. dovuta a una variazione del campo magnetico.
In tutti gli altri esempi, piu' o meno "strani", il campo e' costante
e quindi non c'e' campo E indotto.
Se il campo B e' costante, abbiamo (direi) tre casi:
a) Quello classico di un circuito deformabile, dove per "circuito"
si deve intendere qualcosa di molto vicino a una curva ideale.
In queste ipotesi la legge della variazione di flusso funziona, ma
discende dalla forza di Lorentz e non dalle eq. di Maxwell.
A questo proposito Feynman osserva che abbiamo una situazione forse
unica, in cui _una stessa legge fndamentale_ richiede *due* diverse
spiegazioni. E lo lascia come un problema aperto...
Potrei solo tentare una congettura: in una formulazione lagrangiana
dell'elettrodinamica la forza di Lorentz non e' indip. dalle eq. di
Maxwell, per cui forse non sono davvero *due* diverse spiegazioni.
Ma non so sviluppare l'idea...
b) La macchina unipolare. Qui non c'e' il conduttore "filiforme", per
cui non si sa come applicare la variazione di flusso, e bisogna
ricorrere direttamente alla forza di Lorentz.
Ma in fondo non c'e' differenza; solo che nel caso del conduttore
filiforme si sa dare un'espressione a carattere generale.
c) L'esempio delle D.
Non mi pare un grave problema: in questo caso non ci sono cariche
libere che si muovono, visto il particolare cinematismo, e quindi con
lo stesso ragionamento non si puo' avere f.e.m.
Che ve ne pare?
--
Elio Fabri
Received on Sun Apr 30 2006 - 21:13:34 CEST