AP ha scritto:
> poi c'� la fuffa "patinata", ovvero i libri di Penrose, Hawking, etc.,
> etc. uno pensa che siano divulgativi ma, in realt�, danno per scontato
> una conoscenza non elementare della fisica, oltre che il bagaglio
> matematico necessario. una conoscenza non sufficiente robusta di certi
> argomenti porta confusione e basta.
A me Penrose aveva fatto un'impressione migliore di Hawking.
(Pero' baso il giudizio su due soli libri: "Dal big bang ai buchi neri"
per Hawking, e "La mente nuova dell'imperatore" per Penrose.)
Mi e' sembrato che Penrose fosse piu' serio, nel senso che cercava di
portare il lettore piu' vicino alla sostanza dei problemi, mentre il
libro di Hawking era proprio "scritto con la mano sinistra", ossia
tirato via, tanto per far soldi.
Il difetto di quel libro di Penrose era a mio parere un altro: nella
parte finale aveva voluto infilarci la sua personale congettura
(chiamarla teoria sarebbe troppo) sul funzionamento del cervello, in
relazione alla quantizzazione della gravita'...
Questo non va bene: se ci si rivolge a lettori non professionisti,
si deve essere onesti e non spacciare le proprie fantasie come se
avessero lo stesso livello di conferma delle teorie accreditate.
Michele ha scritto:
> Ho assistito a una lezione di Roger Penrose a Genova, lo scorso
> autunno, nell'ambito del Festival della Scienza.
> E' riuscito a parlare per piu' di un'ora senza dire niente. Sembrava
> ubriaco. Mostrava delle slide con alcune immagini del suo libro
> (quelle deliranti con i solidi platonici, etc.) e diceva: ecco la
> teoria delle stringhe. Poi nella frase seguente buttava li' che lui
> non crede nell'universo inflazionario (perche'? boh?). Saltava di palo
> in frasca come un dannato. Mi ha divertito perche' era assurdo, ma
> credo che chi fosse li' per sentire un po' di buona divulgazione sia
> stato deluso.
Per un verso la cosa non mi meraviglia.
Ho un po' di esperienza di lezioni e conferenze pubbliche; ogni tanto
ne faccio, a volte essendo retribuito (pochissimo) e altre del tutto
gratis.
In entrambi i casi (non faccio nessuna differenza) preparare una
qualsiasi lezione o conferenza mi richiede una settimana di lavoro.
Non a tempo pieno, ma qualche ora al giorno si'.
Posso immaginare che personaggi famosi come Penrose non si ossano
permettere di spenderci tanto tempo, e non ne abbiano neppure voglia.
Sono presi, piu' o meno attivamente, nell'ingranaggio "mediatico" che
conosciamo: conta il loro "esserci" piu' di quello che dicono.
E alla fine non sono piu' capaci d'impegnarsi seriamente.
Non che li assolva di cio', tanto piu' che loro invece sono pagati
lautamente (se no non ci vanno...). Ma cosi' stanno le cose.
> Naturalmente in quell'occasione veniva data ampia pubblicita' al suo
> libro. Per curiosita' l'ho sfogliato perche' a prima vista mi sembrava
> fatto bene, ma dopo un attimo mi sono reso conto che era delirante
> come la lezione appena sentita.
>
> Per chi invece queste cose le conosce bene puo' essere interessante
> vedere come Penrose riesca a condensare tutta la fisica - o quasi - in
> qualche centinaio di pagine.
Il libro di cui parlate ora non lo conosco, e mi e' venuta un po' la
curiosita' di leggerlo. Ma mi trattiene il timore di restare deluso e
di aver buttato non tanto i pochi euro che costa, ma il tempo che
spenderei per leggerlo.
Va pero' detto che spesso io leggo quel genere di libri per "dovere
professionale", ossia per poter dare un giudizio responsabile quando
se ne parla ;-)
--
Elio Fabri
Received on Sat Apr 22 2006 - 21:03:39 CEST