Il 10/07/2019 21.59, El Filibustero ha scritto:
...
> Mettiamola cosi': nella situazione che ho descritto, il campo
> magnetico e i cavi del voltmetro se ne stanno in quiete relativa: la
> geometria di collegamento dei cavi non ha nessuna rilevanza, perche'
> e' costante. L'unica parte che si muove e' la spira. Immagina la spira
> con saldati dei trattini di filo conduttore rigido nei punti medi di
> AB e CD che escono dal rettangolo in direzione assiale, appoggiati
> nelle gole di due supporti conduttori, in modo che la spira possa
> ruotare.
>
> Collegando i puntali di un voltmetro ai supporti, tra i due viene
> misurata una tensione che e' assolutamente indipendente dalla
> disposizione dei cavi; quindi ha perfettamente senso definire questa
> tensione come ddp tra A e D e chiedersi quanto vale.
Certo che ha senso, e il calcolo del valore misurato
dal voltmetro l'avevo esplicitato nel PDF indicato
in precedenza, ma questa è una cosa diversa,
prima avevi scritto:
"che ddp misura un voltmetro tra A e D
(o, lo stesso, tra B e C)"
ma collegando un voltmetro tra A e D in modo
diverso si troverebbe un valore diverso che
in precedenza, e un valore ancora diverso lo
si troverebbe in generale collegandolo tra B
e C, per questo non ha senso parlare di d.d.p.
tra A e D o tra B e C.
Ciao
--
Giorgio Bibbiani
(mail non letta)
Received on Wed Jul 10 2019 - 23:36:01 CEST