[Lungo] Esperimento di Feynman

From: Netzach <corrado_dot_napoli_at_gmail.com>
Date: Tue, 07 Mar 2006 21:08:53 +0100

Mi scuso anticipatamente se la domanda � gi� stata posta, ma cercando su
google (nei gruppi e non) non sono riuscito a trovare una risposta che
soddisfacesse in pieno.
Nell'esposizione sono stato prolisso per, eventualmente, far venire a
galla eventuali miei fraintendimenti della teoria.

Con l'esperimento di Feynman, abbiamo dimostrato sperimentalmente come
si verifichi, anche negli elettroni, un fenomeno di interferenza. E'
stato dimostrato come questo fenomeno sia riscontrabile anche nel caso
in cui l'emissione di elettroni sia discreta.

La prima domanda che mi sorge spontanea e': con cosa interferisce
l'elettrone (pur ammettendo la sua natura ondulatoria), se � da solo? In
linea di principio, poich� si verifichi un'interferenza distruttiva, e'
necessario che vi siano almeno DUE onde, di uguale lunghezza d'onda, il
cui massimo dell'ampiezza dell'una corrisponde al minimo dell'ampiezza
dell'altra. Evidentemente, se vi e' un solo elettrone, questo non pu�
avvenire.

Ho posto la suddetta domanda al mio professore di Elementi di struttura
della materia. La risposta, l� per l� esauriente, mi ha pero' portato a
fare qualche altra considerazione, che adesso pero' non posso piu'
esporre al docente e che quindi rivolgo a voi.

La risposta (o almeno cio' che io ho capito) e' stata che, in realta',
in questo caso, l'interferenza e' una misura di tipo probabilistico
calcolata a partire dalle due funzioni d'onda associate all'elettrone,
poiche in realta' noi non possiamo sapere a priori se l'elettrone
passera' dalla fenditura 1 o dalla 2. Mi aspetto quindi che
l'interferenza, essendo una misurazione statistica, possa assumere un
grafico sinusoidale simile a quello riscontrabile poi nel rivelatore.

Il secondo problema, a questo punto, nasce dal principio di
complementarieta': e' noto che, ponendo una sorgente luminosa al di la'
della fenditura, di modo che sia possibile determinare la posizione
dell'elettrone in un momento x, si fa precipitare il sistema in uno
stato corpuscolare, facendo quindi decadere il discorso probabilistico e
ottenendo risultati analoghi a quelli che il senso comune suggerirebbe
(ovvero nessun fenomeno di interferenza riscontrabile nel rivelatore).

Il punto e' che, quest'ultima, mi appare come una forzatura derivante
dal fatto che non si � riusciti a comprendere realmente l'intima natura
della particella in oggetto. *Perche'*, l'interferenza si dovrebbe
manifestare *solo* quando le due nature sono indistinguibili? *Cosa*, ad
esempio nella sorgente luminosa, dovrebbe far precipitare la natura del
mio sistema?

Chiedo scusa per la banalita' della domanda :)
Received on Tue Mar 07 2006 - 21:08:53 CET

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