Re: La gravità è soltanto un'illusione?!

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Thu, 19 Jan 2006 21:40:47 +0100

Dario de Judicibus ha scritto:
> Semplice: vuol dire che quella grandezza in quel modello � fittizia.
> Fammi fare un esempio: se vai su una giostra e si rompe un cavo, parti
> per la tangente. Anche l� muori, ma la responsabile � la forza
> centrifuga. Peccato che anche la forza centrifuga sia fittizia, ma
> questo non ti impedisce che ti schiacci se ti mettono in una
> centrifuga che gira troppo veloce. Il fatto che tu percepisca come una
> forza qualcosa che non � altro che la nostra tendenza inerziale a
> contrastare la forza centripeta del cavo della giostra o del braccio
> della centrifuga, non vuol dire che non possa essere fittizia.
>
> Spero di essere stato chiaro.
Sarai anche stato chiaro, ma non certo soddisfacente (almeno a mio
giudizio...)

Primo: non e' davvero la f. centrifuga che puo' farti "partire per la
tangente", visto che e' radiale...
Secondo: dire che la f.c. e' "la nostra tendenza inerziale a
contrastare la forza centripeta" e' piu' o meno un'eresia.
Non so oggi, ma quando il corso di Fisica I lo tenevo io, con queste
idee l'esame non l'avresti passato ;-)

Poi mi sembra che tutto questo non c'entri niente col tema. Ma di cio'
dico piu' avanti.

> Immagina di essere un uomo a due dimensioni che vive in uno spazio a
> due dimensioni e che tale spazio sia curvo, nello specifico
> iperbolico. I tuoi movimenti in quello spazio saranno voincolati da
> regole geometriche che tuttavia tu interpreterai come forze che ti
> spingono o ti attraggono al di fuori del tuo controllo.
> ...
> Lo stesso per la gravit�: il fatto che tu cada non dipende da una
> forza che ti attira, ma dal fatto che scivolando nello spazio tempo tu
> debba seguirne la curvatura. E quella ti porta a schiantarti a terra.
> La realt� del tuo morire non impedisce che la gravit� possa, in alcuni
> modelli, essere del tutto fittizia.
Ma tu l'articolo di Maldacena l'hai letto?
Quello che scrivi puo' caso mai essere una (specie di) spiegazione di
come la gravita' viene abolita in RG. Ma qui si tratta di
tutt'altro...

Giulio Severini ha scritto:
> Scusa, ma non credo affatto che questo esempio, per didattico che sia,
> possa in qualche modo avere a che fare con la questione che stiamo
> trattando. Ancora una volta si prende come esempio un qualcosa che
> accade *nello* spazio per spiegare delle propriet� *dello* spazio il
> che, secondo me, � propriamente sbagliato.
La tua obiezione e' giusta, come ho appena scritto.
Ma credo sia giusta per ragioni sbagliate :)

> Dai, non scherziamo. Voglio proprio vedere cosa determina la curvatura
> che, lanciandomi da un ponte, mi faccia schiantare a terra.... E
> sinceramente, accettando questo punto di vista, io sono portato a
> visualizzare il mondo come un telo pieno di buche: buche generate
> dalla mia mano, dagli atomi della mia mano, dal mouse, dal
> lampadario...da tutto.
Appunto: come volevasi dimostrare.
Tu non hai capito (ne' te ne posso fare una colpa) l'idea base della RG.
Ma ora non te la sto a spiegare, perche' con l'articolo di cui parlate
non c'entra proprio niente!

> Beh...ancora una volta devo arrendermi...pensavo fosse pi� semplice
> capire ma non � cos�.
Eh eh...

marcofuics ha scritto:
> Beh, cio' che ha scritto Dario de J. risponde gia' all' interrogativo
> tuo, ma forse non e' comodo vederci dentro la risposta.
Credo che il problema sia ben altro...

> Credo che questi concetti siano intraducibili usando solo il
> linguaggio quotidiano del senso comune,
OK, ma fermiamoci qua: il discorso che segue, sui sentimenti, c'entra
come i classici cavoli a merenda.
Sul resto non trovo niente di utile da dire, quindi taccio ;-)

Insomma, ho l'impressione che fra tutti quelli che sono intervenuti,
l'unico che ha letto l'articolo sia majorana, che ha scritto:
> Il vero mistero � come sia possibile tirare fuori un articolo
> divulgativo su una questione assai "tecnica" in teoria di stringhe che
> ovviamente non ha, al momento, alcun supporto sperimentale.
Io non l'avevo letto, ma sono andato a leggerlo.
E chi mi conosce appena un po' sa gia' quello che sto per dire...

E' semplicemente vergognoso che una rivista che una volta era seria
(sto parlando di "Scientific American", dove si trova l'originale
dell'articolo) si sia ridotta a questo punto.
E forse sarebbe il caso di discutere un po' che cosa ci sta sotto:
intendo quali possono essere le forze che hanno imposto una simile
trasformazione. O meglio, una tale degenerazione.

Credo di aver gia' scritto in altra occasione che io di stringhe non
so praticamente niente: non ho mai letto ne' tanto meno studiato un
articolo dove ci siano calcoli, formule, insomma la teoria vera e
propria. Sono arrivato al massimo ad articoli di rassegna, che sono
fatti per fisici non specialisti, e dai quali gia' non si capisce
niente.
Ma qui Maldacena non parla di superstringhe, bensi' di un altro
sviluppo, di cui so ancora meno.

Tuttavia, se posso giocare un po' coi numeri, direi che cio' che sta
dietro l'articolo incriminato si pone all'incirca 60 ordini di
grandezza sopra il lettore comune.
(Non ho scelto il numero a caso, ma seguendo una della tante perle che
vi si possono leggere:
"Per avere uno spazio-tempo grande come l'universo visibile, la teoria
deve avere circa 10^60 colori".
Auguri e figli maschi!)
Per quanto mi riguarda, diciamo che mi metto a meta': 30 ordini di
grandezza sopra il lettore comune, altrettanti sotto Maldacena e C.
Puo' andare? :-))

Il che vuol dire che non capisco assolutamente niente di quello che
c'e' scritto, ma a differenza del lettore comune me ne rendo conto, e
ancor piu' mi rendo conto quanto possa essere inattingibile per il
suddetto lettore comune.
Praticamente ogni frase dell'articolo contiene concetti lontanissimi
dalla conoscenza comune, allude a idee, tecniche, strumenti
concettuali distanti appunto i 60 ordini di grandezza che dicevo.
(Poi si scopre, di sfuggita, che secondo l'autore i DVD sono dischi
magnetizzati...)

Di qui la domanda: ma a che c... serve un articolo del genere?

Bene: faccio un'ipotesi.
Serve a trasmettere una certa idea della scienza. Un'idea che intendo
respingere nella maniera piu' assoluta.
Ci si aspetta che il lettore pensi: "bello! non ci ho capito niente,
ma dev'essere proprio bello! e come sono bravi questi scienziati!"
Un po' come la storiella che si raccontava un tempo, della ragazza
che e' stata al cinema, e all'amica che le chiede com'era il film,
risponde: "bellissimo! ho pianto tanto!"
(Ho detto che si raccontava un tempo, perche' credo che le ragazze
siano un po' cambiate ;-) )

Tornando all'immagine della scienza: non importa, anzi *non si deve*
chiedere se ci sono prove, verifiche, relazioni col mondo reale.
Anzi meno ce ne sono e meglio e': la fisica teorica trasformata in
scienza esoterica.

Ci sarebbe un altro aspetto da considerare, che etichetto col titolo
"ricatto morale".
Ma ora ho scritto abbastanza; se volete, possiamo continuare...
                                                          

-- 
Elio Fabri
Received on Thu Jan 19 2006 - 21:40:47 CET

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