"Paolo Avogadro" <paolo_avogadro_at_libero.it> wrote in message
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> devo dire che quando ho studiato relativit� mi han fatto diventare assai
> malfidente riguardo i cosiddetti corpi rigidi.
> Per misurare delle distanze in un sr inerziale non � meglio un buon
> orologio, una lampadina e uno specchio?
Ma anche qua si pone il problema di definire un *buon* orologio.
La maniera che io vedrei come la migliore per definire un buon orologio e'
quella di prendere un'asta rigida, di lunghezza assunta come unitaria, e
contare il numero di riflessioni che un fascio di luce fa agli estremi
dell'asta. In sostanza io porrei l'orologio a luce (che presuppone il
concetto di rigidita') come un buon orologio per definizione, poi tutti gli
altri marchingegni sincroni all'orologio a luce li direi anche loro buoni
orologi.
> Per capirci se l'astronave � sferica (per esempio prendiamo la Morte
> Nera) nel sr da cui parte (il famoso O). Accende i razzi e accelera
> diciamo fino a gamma =5, poi li spegne.
> Denotiamo il sr che si muove con l'astronave con (2). Supponiamo di
> misurare l'astronave colla luce come scritto sopra in (2), troviamo che
> l'astronave � ancora sferica?
Certamente. E la risposta e' si' se l'astronave e' rigida, cioe' se gli
effetti della accelerazione, a regime, "scompaiono". In effetti a me pare
che non sia tanto la "rigidita'" importante, quanto proprio il fatto che,
dopo un accelerazione, le operazioni di misura di lunghezza (quale che sia
la definizione di tali operazioni) diano, nel nuovo riferimento, gli stessi
risultati che davano nel riferimento di partenza.
> ciao
> Paolo
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Tue Jan 10 2006 - 23:29:58 CET