Tetis ha scritto:
> Qui c'� la prima perplessit�: questa classificazione ricorda quella
> che in fotometria prende il nome di modello tristimolo, come sai,
> esiste un modello additivo del colore. Oggi sappiamo che la sua base
> fisiologica sta nell'esistenza dei tre tipi di coni.
Prima di tutto scusa il ritardo, ma come ho gia' detto altre volte
rispondere ai tuoi post non e' mai semplice, per cui finiscono per
perdere priorita'...
Non credo che ci sia nessuna relazione col modello tristimolo.
La scelta di un sistema a tre colori penso sia nata solo da un
ragionevole compromesso tra semplicita' e possibilita' di distinguere
adeguatamente i diversi tipi di stelle.
Come dici piu' oltre, e come del resto avevo detto anch'io, e' ovvio
che l'ideale e' di dare la distibuzione spettrale completa della
sorgente. Ma avere troppi dati a volte e' peggio di averne pochi;
inoltre la fotometria astronomica e' nata ben prima dell'era dei
calcolatori...
> Ma se la sensibilit� dell'occhio alla luce �, come ormai accertato,
> logaritmica, che base ha questa ipotesi? Suppongo che funzioni bene
> per sollecitazioni comparabili in intensit� alle diverse frequenze, ma
> ho dei dubbi.
Su questo non ti so rispondere in modo sensato.
> Ad ogni modo come funziona in astronomia? Si calcola prima la risposta
> pesata linearmente e poi si fa il logaritmo o...
Come hai detto: il logaritmo e' l'operazione finale, per definire una
magnitudine.
Se ne potrebbe benissimo fare a meno, se non fosse tradizionale...
> Forse c'� da sapere qualcosa circa i sistemi concreti di acquisizione
> delle intensit�?
Da qui in poi nessuna risposta: nonho mai praticato la fotometria
astronomica.
> ...
> Questa � solo una parte della teoria necessaria alla comprensione
> della fenomenologia, ma � sufficiente?
Pero' guarda che i moderni rivelatori (CCD) sono lineari su una gamma
assai estesa.
> Qual'� la relazione fra magnitudine ed indice?
E' quella che ho detto: gli indici di colore sono semplicemente le
differenze delle magnitudini su due colori: es. U-B e B-V.
popinga ha scritto:
> sulla fotometria ho sempre avuto molta confusione.
> un buon libro in cui studiarla facilmente una volta per tutte?
Mi sa che chiedi una cosa impossibile :-)
Primo, perche' la fotometria e' intrinsecamente complicata.
Secondo, perche' ci sono diversi ambiti.
Per es. la fotometria astronomica e' una cosa; la fotometria che
chiamerei "visuale" perche' entra in gioco l'occhio (fotografia,
schermi TV, illuminazione ...) e' un'altra.
Tempo fa ho consigliato un libro: "Misurare il colore" (Hoepli).
Non e' affatto un libro semplice, e un fisico ci si trova anche un po'
a disagio.
Pero' contiene un sacco di definizioni, informazioni su standard, cose
di valore anche pratico.
Prova magari a darci un'occhiata in una libreria, se lo trovi.
--
Elio Fabri
Received on Thu Jan 05 2006 - 21:23:17 CET