"Elio Fabri" <mc8827_at_mclink.it> wrote in message
news:dnv5bc$15b1$2_at_newsreader2.mclink.it...
> marcofuics ha scritto:
> > Vorrei misurare la velocit� della luce.
> > Che esperimento potrei fare (low-cost)?......tipo taglio delle finanze
> > su pizza&birra&sigarette....
> Molto dipende da quante pizza&birra&sigarette sei disposto a
> sacrificare :)
> E poi dipende anche da quanta elettronica pratica sai.
>
> Un'idea semplice e' quella di misurare il tempo di propagazione di un
> impulso di luce da un LED a un fotodiodo.
> Detta cosi' e' molto rozza, e bisogna scavare un po', ma si fa.
> Pero' tieni presente che in 1 ns la luce fa 30 cm, e questo mostra che
> ti serve un'elettronica piuttosto veloce.
Scusa Elio ma se anche si dicesse in maniera meno rozza, non sarebbe
comunque sbagliato dirlo cosi'?
Una qualsiasi misura sarebbe degna di essere chiamata in quel modo ("misura"
per l'appunto) se prima della sua esecuzione il risultato potrebbe in via di
principio essere qualsiasi (o almeno potrebbe variare entro un qualche
insieme di valori che contenga piu' di un elemento). In questo caso a me
pare che il risultato sia obbligatoriamente quello che noi imponiamo sulla
base delle definizioni di unita' di lunghezza e di unita' di tempo. E tali
definizioni vengono prima del concetto di velocita'. Potremmo eventualmente
assumere una certa unita' di lunghezza e la luce come velocita' unitaria e
conseguentemente dedurne la unita' di tempo, ma anche in questo caso la
velocita' della luce non sarebbe misurata ma assunta per definizione.
Il secondo postulato, per come sembra a me, non dice che il valore che si
ottiene dalla misura della velocita' della luce e' lo stesso quale che sia
il riferimento in cui si effettua la misura (tale valore lo imponiamo noi
per definizione), ma dice in sostanza che la luce si propaga in maniera
isotropa quale che sia il riferimento. Cioe' due orologi a luce, in quiete
rispetto ad uno stesso riferimento R, saranno sempre sincroni quale che sia
il loro orientamento reciproco e quale che sia R (con due orologi a suono,
ad esempio, la cosa risulterebbe vera solo se R fosse il riferimento in
quiete rispetto all'aria). L'esperimento di MM, sempre per come pare a me,
prova sperimentalmente la validita' del postulato.
Quanto detto sopra io ritengo di averlo imparato da Reichenbach quando
questi dice che il secondo postulato non riguarda la velocita' one-way (che
e' convenzionale quindi non misurabile per principio) ma la velocita' di
andata e ritorno (che e' convenzionale anche essa per quanto riguarda il suo
valore, ma non per quanto riguarda la sua isotropicita' che puo' essere
sottoposta a verifica sperimentale tramite misure degne di tale nome, come
quelle effettuate da MM).
> Elio Fabri
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Sun Dec 18 2005 - 11:53:37 CET