Re: Le tre dimensioni.

From: Aleph <no_spam_at_no_spam.com>
Date: Thu, 10 Nov 2005 09:42:41 +0100

Tetis ha scritto:

...
> A me sembra che la questione davvero rilevante,
> mi permetto di ribadirlo con altre parole, non ha nulla
> a che vedere con il principio antropico, che ho citato perche'
> fa parte dello sviluppo storico delle idee sulla struttura
> fondamentale del cosmo: "esiste una distinzione fra
> convenzionalita' ed evidenza entro un sistema assiomatico?"
...

La domanda, almeno per me, non � chiara, o meglio, � troppo generale per
essere affrontata senza limitare adeguatamente il campo d'indagine.
Sui temi specifici della convenzionalit� e dell'evidenza personalmente
ritengo che riflessioni importanti le abbia dette Poibncar�.

> Se poi vogliamo tornare ancora sul principio antropico la
> questione diventa: "quali sono le basi logiche profonde
> che rendono vuoto di significato il principio antropico?
> Ammesso che esistano".

Pi� che di basi logiche io parlerei di motivazioni fondate.
Personalmente trovo il P.A. vuoto, ma qui ripeto cose gi� dette da altri,
perch� � sostanzialmente sterile.
Come solo i truismi riescono ad essere.

...
> Ecco un punto di indagine scientifica allora
> puo' essere: entro il nostro universo, posta e fatta salva la
> nostra esperienza, e' tuttavia possibile immaginare che
> esistano dei livelli di struttura, che stanno sotto il livello
> accessibile alle nostre tecnologie attuali.

Direi senz'altro di s�.

> Possiamo avere
> accesso a questi livelli di esperienza mediante la sola ragione,
> o c'e' qualche aspetto nella struttura della nostra ragione che
> pone un vincolo in negativo?

Qui la mia risposta � parzialmente negativa, perlomeno se interpreto bene
l'espressione *sola ragione*.
Non ritengo che il mondo sia conoscibile con la *sola ragione*, ovvero per
via logico-deduttiva.

> A me sembra che la storia della scienza sia una continua confutazione
> di questa seconda eventualita', ma e' poco tematizzata, occorre
> ammetterlo, la questione della stabilita' strutturale dei metodi
> deduttivi.

A me pare l'esatto contrario: lo sviluppo della tecniche osservative e
sperimentali ha molto spesso confutato le presunte *verit�* ottenute
attraverso l'approccio logico-deduttivo della *sola ragione*ragione.

> Allora: cosa differenzia l'azzardo dalla
> deduzione? Cosa differenzia un'ipotesi deduttivamente rigorosa e
> destinata ad essere verificata o smentita, da un'ipotesi innovativa
> e plausibile, ma non rigorosa?

Il diverso ruolo giocato dall'intuizione, che � un concetto quasi
inesprimibile in termine oggettivi, nelle due diverse fattispecie.
Personalmente ritengo che *azzardo* e rigorosa *deduzione logica* siano
entrambi metodi leciti, utili e ampiamente utilizzati in ambito
scientifico (anche se il secondo mi sembra in generale pi� solido,
soprattutto se parte da premesse estremamente solide).
La discriminante decisiva che distingue l'ipotesi scientifica dalla mera
congettura rimane per�, in entrambi i casi, quella popperiana della
falsificabilit� tramite confronto con l'esperimento/osservazione.
 
> Sono temi su cui si puo' giungere ad
> una stabilita' strutturale di giudizio serie, non passionale, e senza
> lasciarsi trascinare in temi piu' delicati quali le proprie convizioni e
> credenze religiose che, secondo la mia umile opinione, possono
> essere discusse in altra sede?

Mi pare che nessuno, a parte un tuo cenno, abbia fatto riferimento alle
proprie convinzioni religiose in questo thread.

Saluti,
Aleph

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Received on Thu Nov 10 2005 - 09:42:41 CET

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