Tetis wrote:
> Mi e' capitato di leggere delle riflessioni di
> Paul Ehrenfest circa la preziosa circostanza
> della tridimensionalita' dello spazio. [ecc.]
Mah, guarda, questo mi sembra pericolosamente simile alle varie forme
del c.d. "principio Antropico", al cui riguardo riposto quello che
scrissi un paio d'anni fa, perche' mi pare abbia qualche attinenza:
Queste speculazioni sul principio antropico - per non parlare di quelli
che ne traggono conseguenze filosofiche o teologiche - mi sono sempre
sembrate l'apoteosi dell' aria fritta. Tralasciamo il fatto che forse
ci sono ragioni piu' profonde che legano le varie leggi/costanti, e che
non e' detto che queste si possano variare indipendentemente. Ma cosa
ne sappiamo noi di come sarebbe il mondo se le leggi o le costanti
fisiche fossero diverse? Certo, *noi* come esseri a base di carbonio
con due braccia, due gambe ecc. probabilmente non esisteremmo, ma chi
ci dice che non possano esistere esseri intelligenti diversi, che noi
non possiamo immaginare?
Il problema e' che imparare come funziona il mondo in cui *noi* viviamo
e' gia' maledettamente difficile. Anche conoscendo allaperfezione i
principi primi, dedurre conseguenze sul mondo reale e' terribilmente
complicato. Eppure possiamo fare tutti gli
esperimenti che ci pare (o quasi...), e correggerci di conseguenza:
pensa a cosa ci possiamo capire di un universo al quale non abbiamo
alcun accesso!
Qualcuno ha provato a crearsi qualche universo giocattolo, calcolandosi
alcune grandezze importanti per la comparsa della vita (es. la vita di
una stella nella sequenza principale, che non puo' essere troppo corta
senno' la vita non riesce ad evolversi):
http://www.colorado.edu/philosophy/vstenger/anthro.html (cerca
Monkeygod nella pagina). Si tratta dichiaratamente di un universo
giocattolo, ma mostra come non sia poi cosi' difficile generare
universi abitati scegliendo a caso i parametri iniziali.
Received on Thu Nov 03 2005 - 23:59:34 CET