Tetis ha scritto:
...
> Spero di averlo scritto meglio dell'altra volta.
> Se dici scientifico in senso popperiano il principio
> antropico, insieme con un sistema di condizioni
> di bordo, ed entro un quadro assiomatico e'
> falsificabile.
...
Scusa, ma non vedo proprio cosa ci sia da falsificare.
Il Principio Antropico (immagino tu ti riferisca alla versione debole)
non fa alcuna affermazione falsificabile sul mondo reale.
Il P.A. muove unicamente dalla constatazione ovvia, eretta a principio,
che le leggi della fisica devono essere compatibili con lo sviluppo della
vita, dal momento che la vita esiste.
Personalmente ritengo che il P.A. da un lato sia un'espressione
truffaldina e mistificante, con risvolti antropopsicologici, del nostro
disagio rispetto alla mancata comprensione delle leggi fondamentali e
profonde che danno corpo all'Universo e dall'altro che la struttura, la
complessit� e l'informazione dipendono, pi� o meno criticamente, dai
valori parametri(?) o grandezze caratteristiche, che li definiscono.
> Almeno in linea di principio, si
> intende: e' sempre possibile che posto che tu dica "con
> queste condizioni la vita non puo' esistere" ed uno
> ti osserva un sistema solare che viola questa tesi,
> quello ha trovato un controesempio, e tu sei tenuto
> a cercare quale punto del tuo quadro teorico ti conduce
> in controfattualita'.
Questa sarebbe una falsificazione di uno specifico modello teorico di vita
non certo del Principio Antropico.
> Ma devo dire che non e' questo il
> motivo per cui ho posto la questione. Quello che mi
> preme e' il tema della dimensionalita' dello spazio.
> Anche di questo ambito non e' ovvio che si possa dire
> che le applicazioni del principio antropico non siano
> scientifiche, questo infatti si applica sempre delimitando
> un quadro di conseguenze possibili fra cui da un lato c'e'
> la lisandria, dall'altra la possibilita' della vita, ed in
> genere queste applicazioni concludono tutte con la constatazione
> di accordo fra la teoria e l'esperienza della vita sulla terra.
A mio parere questi ragionamenti sono viziati alla base per almeno due
buoni motivi:
1) si sa gi� a priori dove si vuole andare a parare e questo generalmente
determina un serio nocumento al senso critico e alla "oggettivit�" delle
argomentazioni;
2) si parte sempre dal considerare le costanti di natura (che dopotutto
potrebbero anche non essere costanti) come *parametri* in un quadro in cui
la struttura delle leggi fisiche rimane inalterata. Conducendo, per le
obbiettive limitazioni delle nostre conoscenze del mondo e capacit� di
comprensione e immaginazione, uno poverissimo gioco combinatorio cui si
attribuisce (niente meno) la capacit� di rappresentare l'insieme infinito
(concetto quest'ultimo indefinito, indefinibile, impensato e impensabile)
delle possibilit� a priori.
...
> In sintesi il mio punto di vista e' che il
> principio antropico non sia affatto un cattivo criterio scientifico,
> tanto quanto non lo e' il criterio di Hoccam, anzi da un punto di
> vista strettamente logico e' superiore a quello.
...
Mah, a me il secondo sembra pi� che altro un criterio pratico-metodologici
e il primo un affermazione del fatto piuttosto generale cui accennavo
sopra, ovvero che le strutture molto complesse dipendono, generalmente in
modo sensibile, dai *parametri* (e dalle leggi) che ne regolano
l'esistenza.
In simboli dS/dpi =/= da zero , dove S rappresenta la struttura complessa
(ad esempio la vita basata sul carbonio) e pi le varie costanti fisiche
parametrizzate. In base a questa simbolizzazione-giocattolo in un Universo
non-Antropico dovremmo avere invece dS/dpi = 0 , ovvero strutture del
tutto *indifferenti* alle condizioni che ne regolano l'esistenza e questo
mi pare assurdo sia da un punto di vista logico sia da un punto di vista
fisico.
...
> In altre parole. Se, come mi risulta,
> Ehrenfest si limita a dire che l'elettromagnetismo non e' una teoria
> ammissibile in 4 dimensioni perche' predice atomi instabili ha detto
> una verita'.
...
Non so nulla dell'argomento specifico, ma consentimi ugualmente qualche
osservazione generale (spero non troppo generica).
Intanto ho qualche dubbio logico-metodologico sul fatto che sia possibile
garantire a priori la coerenza della generalizzazione a quattro dimensioni
spaziali dell'elettromagnetismo di Maxwell senza disporre di una *fisica
complessiva* sviluppata per le quattro dimensioni spaziali (leggi di
Newton, principi di conservazione, etc.). E non vedo come sia possibile
sviluppare a priori una *fisica complessiva* siffatta senza vivere in un
universo a quattro dimensioni spaziali.
Mi pare chiaro quindi che le argomentazioni di Ehrenfest, e altre
consimili, si situino nell'ambito delle congetture e delle teorizzazioni
giocattolo o, come dice sinteticamente Smargiassi, dell'aria fritta.
Inoltre mi sembra che il massimo cui possa giungere l'argomentazione di
Ehrenfest sia "escludere" (tra virgolette) che una generalizzazione
brutale della teoria di Maxwell a 4 dimensioni riproduca regolarit� e/o
caratteristiche analoghe dell'elettromagnetismo tridimensionale, ma
sicuramente non basta in alcun modo ad affermare la cogente necessit�
fisica dello spazio fisico tridimensionale.
Saluti,
Aleph
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Received on Wed Nov 09 2005 - 11:18:38 CET