"Bruno Cocciaro" <b.cocciaro_at_comeg.it> wrote in message
news:43676a6e$0$13360$4fafbaef_at_reader2.news.tin.it...
> Il fatto che Pauli parli di tali paradossi in maniera, a mio modo di
vedere,
> sbagliata mostra quanto il discorso sui tachioni possa essere scivoloso.
> Riporto qui alla lettera quanto appare sul Pauli "Teoria della
relativita'"
> Boringhieri (1958) pag. 26 [testo originale del 1921]
> "Ma si puo' affermare di piu': se un'azione potesse propagarsi in K con
una
> velocita' superiore a c, allora esisterebbe un sistema K' (in moto
rispetto
> a K con velocita' inferiore a c) in cui un evento, che nel sistema K e'
> causa di un secondo, posteriore nel tempo, si verificherebbe invece *dopo*
> quest'ultimo. Supponiamo che sia
> uy=uz=0, u>c.
> Dall'inversione di [6.1] segue allora
> u'=(u-v)/(1-(uv/c^2))<0,
> ogni qualvolta e' c/u<v/c<1. I concetti di causa e di effetto
risulterebbero
> dunque scambiati, e si puo' quindi concludere affermando l'impossibilita'
di
> lanciare segnali con velocita' superiore a c [qui Pauli riporta il
> riferimento A. Einstein, Ann. Phys. 23, 371 (1907) che personalmente non
> sono ancora riuscito a consultare quindi non posso riportare quanto dice
> Einstein nel 1907]".
Spulciando su internet ho trovato l'articolo di Einstein del 1907.
Il problema e' stato poi quello della lingua. Per quello che ci ho
potuto capire tramite un traduttore online sembra che Einstein nel 1907
faccia effettivamente un discorso analogo a quello che Pauli riportera' poi
nel 1921 nel testo citato sopra. Cioe', secondo il mio parere, sembrerebbe
che anche Einstein sbagli nel 1907 cosi' come sbagliera' Pauli nel 1921. E
sbaglia nel dare un valore oggettivo, non convenzionale, alla relazione T<0
da lui trovata. L'effettivo paradosso non si ha dal confronto fra gli
istanti tin segnato dall'orologio fisso qua (quando parte il segnale) e tfin
segnato dall'orologio fisso la' (quando arriva il segnale). L'essere
T=tfin-tin minore di zero non e' paradossale in quanto convenzionale. Il
paradosso si ha dal confronto fra l'istante tin segnato dall'orologio fisso
qua quando parte il segnale e l'istante tfin' segnato sempre dall'orologio
fisso *qua* quando ritorna il segnale dopo riflessione la'. L'essere
T'=tfin'-tin minore di zero, quello si' che e' il vero paradosso.
Einstein sembra aggiungere una smufatura cautelativa (sempre posto che le
varie traduzioni abbiano funzionato, Einstein in chiusura dice qualcosa tipo
"per quanto non ci sia contraddizione logica, l'effetto contraddice il
carattere della nostra esperienza cosi' che possiamo ritenere dimostrata
l'impossibilita' di segnali superluminali") ma la sostanza dei due discorsi,
Einstein 1907 e Pauli 1921, sembrerebbe la stessa.
Riporto sotto uno stralcio dell'articolo in questione nella speranza che
qualcuno pratico con il tedesco possa confermare o meno l'impressione da me
avuta (cioe' che il discorso che fa Einstein e' simile a quello che fa Pauli
nel 1921)
" Wir wollen nun zeigen, da� nicht nur die Annahme momentaner
Ausbreitung irgend einer Wirkung, sondern allgemeiner jede Annahme von der
Ausbreitung einer Wirkung mit �berlichtgeschwindigkeit mit der
Relativit�tstheorie nicht vereinbar ist.
L�ngs der x-Achse eines Koordinatensystems (x, y, z) erstrecke sich
ein Materialstreifen, relativ zu welchem sich eine gewisse Wirkung mit der
Geschwindigkeit W fortzupflanzen verm�ge, und es m�ge sowohl in x=0 (Punkt
A) als auch in x=+l (Punkt B) sich je ein relativ zum Koordinatensystem (x,
y, z) ruhender Beobachter befinden. Der Beobachter in A sende vermittelst
der oben genannten Wirkung Zeichen zu dem Beobachter in B durch den
Materialstreifen, welch letzterer nicht ruhe, sondern sich mit der
Geschwindigkeit v (<V) in der negativen x-Richtung bewege. Das Zeichen wird
dann, wie aus � 5 (l. c.) hervorgeht, mit der Geschwindigkeit
(W-v)/(1-W*v/(V*V))
Von A nach �bertragen B. Die Zeit T, welche zwischen Zeichengebung in A und
Zeichenempfang in B verstreicht, ist also
T=l*(1-W*v/(V*V))/(W-v).
Die Geschwindigkeit v kann jeglichen Wert annehmen, der kleiner ist als V.
Wenn W>V ist, wie wir angenommen haben, so kann man v stets so w�hlen, da�
T<0 ist. Dies Resultat besagt, da� wir einen �bertragungsmechanismus f�r
m�glich halten m��ten, bei dessen Benutzung die erzielte Wirkung der (etwa
von einem Willensakt begleiteten) Ursache vorangeht. Wenn dies Resultat
auch, meiner Meinung nach, rein logisch genommen keinen Widerspruch enth�lt,
so widerstreitet es doch so unbedingt dem Charakter unserer gesamten
Erfahrung, da� durch dassemble die Unm�glichkeit der Annahme W>V zur Gen�ge
erwiesen ist."
A. Einstein, "Annalen der Physik" 23, (1907), 371-384, pag 381.
Alla pagina
http://mio.discoremoto.virgilio.it/brunodisco
e' possibile consultare il file "Einstein1907_Tackyons.pdf" nel quale ho
messo tutto il paragrafo 3 dell'articolo con a fianco la "traduzione" in
inglese ottenuta da
http://www.systranet.com/systran/net. La parte
interessata nel discorso fatto sopra e' proprio alla fine del paragrafo 3.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Tue Nov 08 2005 - 19:43:10 CET