"Giorgio Pastore" <pastgio_at_univ.trieste.it> ha scritto nel messaggio
news:433B0AAA.3040505_at_univ.trieste.it...
> dumbo wrote:
> ....
> > potremmo dirgli che per individuare un evento ci
> > vogliono non solo le tre coordinate spaziali
> > x,y,z che dicono il "dove", ma anche un numero che
> > dica il "quando" e introdurre cos� (...) una costante
>> fondamentale c omogenea con una velocit� allo
>> scopo di avere la coordinata tempo c t omogenea con le tre
> > coordinate spaziali.
> ....
> Uhm. Proprio non mi convince e dubito che convincerebbe Galileo ;-)
> Perche' solo "quando"" oltre al "dove" ? Perche' non aggiungere
> anche "a che temperatura" e introdurre cosi' una costante
> fondamentale F delle dimensioni opportune per far si' che F T sia
> omogenea con le coordinate spaziali ...
in certi fenomeni la termodinamica gioca un ruolo
e in altri fenomeni no. Invece lo spazio e il tempo
sono onnipresenti e irrinunciabili qualunque problema
fisico tu stia trattando, almeno nella fisica che abbiamo
oggi.
> In realta' senza la "nuova fisica" dell' elettromagnetismo dubito
> che anche uno "sveglio" come Galileo potrebbe arrivare alla RR.
infatti ho detto che potremmo fargli accettare l'idea della
velocit� assoluta come una interessante possibilit�,
non che questo discorso astratto avrebbe la forza di
convinzione di un esperimento. E' chiaro che senza una
base sperimentale non si pu� convincere nessuno.
> > Un' altra strada potrebbe essere ... il teorema di Ignatowski,
> > (...) il teorema dice che il principio di relativit� da solo
>> implica la trasformazione di Lorentz e l'esistenza di una velocit�
> > assoluta c.
> ....
> > Per rendergli plausibile un c finito potremmo tentare un
> > argomento estetico che certo non lo lascerebbe insensibile:
> > la trasformazione di Lorentz � pi� " bella " di quella
> > classica perch� pi� simmetrica (x e t sullo stesso piano).
>
> Uhm. Ignatowski, ignoravo chi fosse fino al tuo post. Dovro'
> aggiornarmi ;-).
probabilmente conosci il suo teorema (che per� viene
generalmente chiamato "approccio" e non teorema)
sotto un altro nome, perch� � stato "riscoperto" da molti
autori nel corso degli anni. Lo trovi qui:
Roberto Torretti, "Relativity and Geometry" Dover 1996,
Ch 3, Sec 7, p. 76 - 82, e anche p. 298 - 300
oppure
Levy-Leblond, 1976 American Journal of Physics vol 44,
p 271 - 277
Lee & Kalotas, 1975 stessa rivista vol 43, p 434 - 437
e commenti di vari autori sulla stessa rivista, 1976, vol 44
p. 988 - 1002.
W. Rindler 1977, Essential Relativity: Special, General,
and Cosmological 2nd edition, Berlin, Springer.
e (senza dimostrazione) su
W. Pauli, Teoria della Relativit�, nel primo capitolo
> Direi che il punto discriminante potrebbe essere spostato al
> criterio di sincronizzazione degli orologi. Pero' in un modo
> o nell' altro devi fare affermazioni sulla velocita' della luce
> per arrivare alle tr. di Lorentz. O no ?
Per dedurre l'esistenza di una velocit� assoluta l'elettro-
magnetismo e del tutto superfluo; per affermare che
la velocit� assoluta non � infinita l'elettromagnetismo
� utile ma non essenziale. Per far s� che due orologi
distanti nello spazio, uno nel punto A e l'altro nel punto B,
siano sincroni sai bene che non � indispensabile usare segnali,
basta metterli inizialmente entrambi in M (punto medio del
segmento AB) assicurarsi che l� siano sincroni e poi trasportarli
in modo simmetrico uno in A e l'altro in B.
ciao,
Corrado
bye
Corrado
Received on Fri Sep 30 2005 - 01:18:42 CEST
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