Re: Mediatori

From: Tetis <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Mon, 19 Sep 2005 09:54:34 GMT

                    Il 18 Set 2005, 18:53, Federico Zema <Federico.Zema_at_cern.ch> ha scritto:
>
> Carissimo Tetis,
> pure quando andiamo d'accordo ... non riusciamo ad andare proprio
> d'accordo d'accordo :-))
>
>
> On Wed, 14 Sep 2005, Tetis wrote:
>
> > > una delle evidenze e' data dai cosiddetti "running couplings", cioe'
> > > dal fatto che le costanti di accoppiamento ... non sono costanti :-)
> >
> > Certo che non sono costanti, dipendono dalle soglie di regolarizzazione
> > degli integrali.
>
> Puo' anche essere vero, a seconda della definizione che dai ...
> personalmente, quando parlo di accoppiamento parlo di una qualita'
> intrinseca delle particelle, penso alla "forza" con cui si attraggono o
> respingono, quindi dire che dipende da una scelta arbitraria su una
> costante di integrazione ... proprio no, non mi piace :-))

Ma questo e' il Modello Standard. Se vuoi incollare diversi settori
fenomenologici devi fare i conti con la rinormalizzazione. E non e'
che la rinormalizzazione sia un divertente esercizio, e' una necessita'
intrinseca dell'interpretazione della teoria. E' vero che i poli sono li'
a prescindere dalle scale di energia, ma per energie basse i poli
piu' alti non li vedi e puoi fare la rinormalizzazione come se non ci
fossero. Per energie piu' alte se fai la rinormalizzazione come se
quegli altri poli non ci fossero faresti errori di previsione. Quindi in
questo senso dove collochi la soglia di regolarizzazione riflette
l'effettiva scala di energia.

> A me, personalmente, piace sempre provare a parlare di fisica prima, e di
> matematica dopo. Ma e' solo questione di gusti, ripeto!! E, inoltre, non
> e' detto che ci riesca sempre ...

Ma e' quello che credo anch'io, solo che l'interpretazione della fisica
si fa quantitativa entro uno schema scritto in linguaggio matematico.
E' cosi' che dice Galileo Galilei, che non era uno scarsone come me.

> > Pero' non e' proprio la stessa cosa che osservare uno schermo alla
> > carica sentita alle diverse profondita' da una carica di prova,
>
> Beh, perche' no? E' solo un modellino per vedere la cosa! D'altra parte,
> la Natura non bada ne' ai modellini ne' alla matematica ...

Certo che no, e' il contrario, sono i modellini e la matematica
che, se son buoni, badano all'esperienza della Natura. Allora
quello che dico e' che non mi sembra un buon modellino un
modellino statico di comportamenti dinamici. E' vero che potrebbe
essere precisato in qualche modo ed in tal caso mi ricrederei, ma
non corrisponde nemmeno a quello che osservi. Specie in QCD
la "statica" risulta qualitativamente diversa dalla dinamica. La questione
di Marcofuics mi sembrava proprio un tentativo di rispondere ad una
domanda semplice, con un argomento per cui non conosciamo una
risposta semplice. Come si comporta il campo di colore nei
pressi di un quark? Infatti dato che i quark non compaiono da soli la
domanda si articola ed assume altra forma. Se invece parliamo del
comportamento dinamico la situazione cambia, perche' abbiamo un
appiglio: il teorema di liberta' asintotica ci garantisce che alle energie
piu' alte i quark nel loro stato fondamentale si comportano come se
fossero liberi. Sappiamo anche pero' che quando lo stato fondamentale
viene perturbato ed i quark si allontanano gli uni dagli altri le forze di
interazione fra i quark si comportano al contrario di come si comportano
nel caso delle interazioni yukawiane: crescono con la distanza. L'energia
del campo allora aumenta fino a quando e' sufficiente per la creazione di
nuove coppie: quark-antiquark.

> > > > Uhhmmm non capisco questa storia della carica che scherma la
> > > > sorgente e che ha integrale nullo, parli di coppie di polarizzazione
> > > > elettrone positrone?
> > >
> > > Esattamente!
> >
> > Ma da quel che sappiamo l'elettrone si comporta come una carica
> > puntiforme a tutti i livelli di energia fino ad oggi esplorati.
>
> Non capisco questo cosa c'entri nel discorso ... se parlo di carica
> schermata, non mi sto sbilanciando sulle sue dimensioni ...

Ma e' che stando all'immagine dello schermo uno e' portato
a pensare che lo schermo abbia una sua dimensione
ed invece non e' cosi' che stanno le cose. Non c'e' una densita'
di carica indotta nel vuoto. Non c'e' una densita' di carica di
polarizzazione. C'e' un campo rinormalizzato e basta. Questo
campo nel caso della QED e' un campo quantistico con un
propagatore che nel limite statico e' quello dell'elettrodinamica
classica. 1/r e' il suo potenziale. Nella QCD alla scala dei quark
la situazione e' differente perche' la stessa procedura di
rinormalizzazione richiede delle accortezze. La procedura di
rinormalizzazione richiede infatti che sia possibile parlare di
stati asintotici liberi e di campi liberi. Ma questa possibilita' non
e' ovvia.


> > > > Di che stai parlando? I mediatori di gauge del campo elettrico sono
> > > > i fotoni non i gluoni. I fotoni non portano carica che io sappia.
> > > > Tutt'al pi� hanno due gradi di libert� di polarizzazione.
> > >
> > > Ma possono creare coppie di elettroni e positroni ... e' il processo
> > > inverso di quando un elettrone e un positrone si annichilano in un
> > > raggio gamma.
> >
> > Di raggi gamma ne servono almeno due se no e' impossibile. Ti pare?
>
> No! Si tratterebbe di quelli che spesso vengono chiamati fotoni ed
> elettroni virtuali ...

Ma allora non e' il processo inverso di quando un elettrone ed un
positrone si annichilano. Perche' questo e' un processo che si osserva
a scala macroscopica e porta alla creazione di due fotoni. Il diagramma
che ne rende conto e' un diagramma di secondo ordine. Con due
vertici del tipo di quello a cui stai pensando.

> Ciao
> Federico
 

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Received on Mon Sep 19 2005 - 11:54:34 CEST

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