Il 12 Set 2005, 15:50, Federico Zema <Federico.Zema_at_cern.ch> ha scritto:
> On Mon, 12 Sep 2005, Tetis wrote:
>
> > > Questa storia non l'ho mai capita bene, e' vero che va benissimo per
> > > elettrone e fotone, ma per tutte le altre particelle vuol dire ancora
> > > qualcosa? Il concetto di mass shell ha senso se applicato a un muone o
a
> > > una Z?
> >
> > Ma chiedo a te: ti aspetti che la massa che osserveresti in tal caso
> > sarebbe quella della breit-wigner o quella del propagatore?
>
> Ciao Tetis,
> su questo proprio non riusciamo a capirci :-)
>
> Cosa sono queste due masse? Se misuro una coppia di tau con massa
> invariante di 89 GeV, la Z era reale o virtuale? E se la massa invariante
> e' di 3 GeV?
In effetti ripensando alla questione sono giunto alla conclusione che
questo e' vero per qualsiasi tipo di particella. Per quanto riguarda la
particella Z la massa puo' essere misurata con estrema accuratezza
triggerando un canale di decadimento "povero" ovvero un canale di
decadimento con una larghezza a meta' altezza piccola. Questi canali
di decadimento in un certo senso selezionano le particelle piu' longeve
e limitano i danni dell'indeterminazione. Quando vuoi poi
caratterizzare la massa di quella particella quello che puoi fare e' di
andare ad accumulare statistica: in tal caso il prodotto di convoluzione
delle lorentziane rimane lorentziano ma si restringe progressivamente
fino ad individuare un picco abbastanza stretto da caratterizzare la
massa in modo molto preciso. Ti convince che sia questo che in effetti
fai quando misuri la massa di altre particelle e che l'unica differenza
sta nei tempi di decadimento? Ti convince che sia questo limite asintotico
del procedimento di misura cio' che chiamiamo particella reale?
Ti convince cioe' che, nell'ambito dello schema della teoria dei campi,
le linee dei diagrammi di Feynman che chiamiamo libere, o stati liberi
siano in verita' delle astrazioni che sottintendono un procedimento
statistico su un complesso di linee di propagatore, e che noi demendiamo
questo processo di media alla buona vecchia regola della interpretazione di
Cophenaghen, ovvero alla regola per cui la misura di uno stato corrisponde
alla proiezione su un vettore dello spazio di Hilbert che chiamiamo "reale".
Per quanto riguarda il ruolo della componente fotonica ho trovato un modo
di evitare di fare improbabili conti, rimettendomi alle testimonianze delle
esperienze esistenti: se vai a questa pagina che segue trovi la rilevanza
che hanno questo genere di effetti nei processi effettivi di produzione di
particelle Z.
http://opal.web.cern.ch/Opal/lep2oed.html
Ciao a tutti da Tetis.
Che ne dite poi dei limiti superiori alla massa dell'Higgs a 225 Gev sono
ancora
attuali? Lep 2 non riesce a vedere eventi Higgs?
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Inviato via
http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Tue Sep 13 2005 - 13:37:56 CEST