Re: Quanti di spazio-tempo
Giulio Severini ha scritto:
> Grazie per i vostri commenti. A grandi linee ritengo che ogni teoria
> fisica debba essere spiegata, facilmente, in termini di concetti
> fisici a noi familiari, quali spazio, tempo, massa e via dicendo. Il
> formalismo matematico, necessario per una *vera* comprensione della
> materia non dovrebbe precludere, a chi non lo possiede, la conoscenza
> della stessa, seppur in modo sommario, divulgativo.
Il mio punto di vista l'ho gia' espresso parecchie volte, ma tocca
ripeterlo, perche' cambiano gli interlocutori.
La penso in modo molto diverso da te.
La fisica ha abbandonato (e non da oggi, ma da ben piu' di un secolo)
la descrizione del mondo "in termini di concetti fisici a
noi familiari, quali spazio, tempo, massa e via dicendo".
A parte che ci sarebbe molto da dire su quanto i concetti che elenchi
siano davvero familiari...
Gia' il campo e.m. non si lascia descrivere in quei termini; ma poi
*tutta* la fisica da un secolo a questa parte ha preso una strada
diversa.
Il formalismo matematico e' necessario anche solo per _enunciare_ i
concetti, che altrimenti si riducono a vuote parole, e rischiano di
essere pesantemente fraintesi.
Il che rendo a dir poco problematica la cosiddetta "divulgazione".
> ...
> Non � un problema da poco. Tra i tanti ragazzi/e che affollano i
> nostri licei, sicuramente ce ne sono alcuni (forse pi� di quanto
> crediamo) affascinati dai misteri del cosmo, e che ne vorrebbero sapere
> di pi�.
Intanto lasciami esprimere il mio scetticismo a proposito di quel
"affascinati".
Certo, e' facile sentirsi affascinati davanti all'infinitamente grande
e all'infinitamente piccolo... provare un apsecie di vertigine di
fronte all'immensita' dell'universo e a tutto quello che vi succede;
perdersi nei misteri del vuoto pieno di coppie virtuali e di energia
negativa (espressioni che trovi facilmente nei libri divulgativi).
Ma tutti questi ragazzi/e hanno poi una sia pur semplice idea di che
cos'e' la ricerca scientifica? di come si fa a raggiungere certe
conoscenze?
Hanno un minimo di idee chiare su concetti assai meno affascinanti
(spec. se non li si capisce) come il moto dei pianeti, la
propagazione della luce, gli scambi di calore e magari le transizioni
di fase...
Hanno chiaro che la conoscenza scientifica si costruisce per gradi, un
piano sull'altro, e non si puo' arrivare in cima senza aver prima
costruito ben saldi i gradini piu' bassi?
O vorrebbero arrivare a "capire" in quattro e quattr'otto cose che
menti ben piu' potenti delle loro hanno raggiunto con fatica, dopo
anni e anni di sudio, esperimenti, discussioni?
> Non ho mai conosciuto un professore di liceo in grado di spiegare la
> RR e la MQ in modo semplice.
Vedi sopra.
> Anzi, non ho mai conosciuto un prof di liceo che lo abbia fatto (ci�
> non vuol dire che non ce ne siano). E se ad un ragazzo non si fa
> capire la scienza � difficile che la scelga come professione un
> giorno.
Ancora, vedi sopra.
La mia critica ai professori non e' meno forte, ma e' diretta a
tutt'altro bersaglio.
Per es. non molto tempo fa, in una lezione che tenni a insegnanti in
una localita' dell'Emilia feci press'a poco questo discorso, a
proposito della caduta dei gravi:
"Troppo spesso questo argomento viene presentato come una cosa noiosa,
che serve solo a dare problemi senza rapporto con la realta'.
Dovreste invece essere capaci di far capire che conquista e' stata la
scoperta delle leggi di caduta dei gravi (4 secoli fa non fu meno
importante dei quark oggi) e soprattutto indicare che quella cosa
cosi' apparentemente banale e' stato il punto di partenza per la
grandiosa teoria della RG. Il che vuol dire che chi vuole farsi una
qualche idea di questa, deve passare obbligatoriamente per quella:
capirla per bene."
Il problema e' che per presentare la fisica in questo modo bisogna
averal capita *bene*... E non e' mica facile...
Io spendo molto lavoro in questo senso; ma hai idea di quanti siano i
prof di fisica in Italia?
> ...
> Gli atomi non sono strutture coerenti? Potrei fartene miliardi di
> queste domande. La Natura in s� non � coerente? Come diceva un grande
> fisico (Einstein?) 'La cosa pi� incrompensibile dell' universo � che
> esso � comprensibile'.
Si', era Einstein.
> Questa sua comprensibilit� deriva dalla logica con cui � stato 'messo
> insieme'; noi possiamo comprendere questa logica (non so fino a che
> livello) perch�...eh, perch� possiamo? Bella domanda.
La mia idea in proposito e' alquanto diversa.
La tua mi sembra sia piu' o meno quella di Newton, mentre e' chiaro
che Einstein la vedeva diversamente, altrimenti non avrebbe parlato di
"cosa incomprensibile".
La risposta "facile" (il Creatore) la conosceva, ma evidentemente non
la riteneva soddisfacente...
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Sat Aug 13 2005 - 21:21:51 CEST
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