"morenson" ha scritto nel messaggio
>
> argomento Chernobil e lo Iodio 131(8gg emivita) ricaduto col fallout
> "in un mese era sparito"
> http://www.nalinka.com/pdf/nalinka-Chernobyl.pdf
>
> In questo invece si dice che "in 6 mesi lo Iodio 131 sparisce"
> http://www.ecolo.org/efn-news/EFN3.it.html
>
> in quest'ultimo invece parlando dei prodotti nucleari ospedalieri di
scarto,
> si faceva l'esempio del Co60 (5,27 anni emivita) e si diceva che
> "occorrono 200 anni dopodich� la sua pericolosita sara sparita."
> http://www.org/efn-news/EFN3.it.html
>
Ritorniamo al 26 aprile 1986, all'incidente di Chernobyl.
Dopo 4 giorni, la nube radioattiva arriv� in alta Italia; i primi valori
anomali di radioattivit� si riscontrarono nell'aria (pulviscolo
atmosferico trattenuto su filtri di carta e di carbone attivo).
Lo I-131, che normalmente � assente (<1E-05 Bq/m3, limite di
sensibilit� della nostra tecnica di misura), s'impenn�, fino ad un
massimo di 30 Bq/m3 (3 maggio).
Contemporaneamente furono rilevati in concentrazione simile I-132, I-133,
I-135, Te-132, Ru-103, Ru-106, Cs-137, Cs-134, Ba-140, La-140, Te-129m,
Mo-99, Cs-136 ed altri minori (tra cui Sr-89 e Sr-90).
Come hai detto, I-131 ha T1/2 di 8 giorni; tuttavia, gi� il 20/5, dopo
neppure tre dimezzamenti, nell'aria non era pi� presente I-131 (<1E-02
Bq/m3), e non c'erano neppure, ad es., quantit� apprezzabili di Cs-137,
il cui T1/2 � di 30 anni.
Evidentemente, non si � trattato di decadimento fisico, ma di diluizione,
dispersione e, soprattutto, ricaduta nel fall-out secco e, specialmente,
umido (pioggia del 4-5-6 maggio).
Cos�, l'attivit� dall'aria � andata a fissarsi nel terreno (e nei
vegetali); negli strati superficiali del suolo, il Cs-137, che prima
di Chernobyl risultava dell'ordine di 200 Bq/m2 (residuo delle esplosioni
nucleari degli anni '60) raggiunse valori fino a 15000 Bq/m2.
Analogamente, nel fall-out di maggio '86 sono stati misurati 12000 Bq/m2
di Cs-137, ma a giugno erano gi� diminuiti a 300 Bq/m2; per tornare ai
valori normali (<1 Bq/m2), bisogn� aspettare fino alla fine del 1988.
Ma andiamo a vedere tutta questa radioattivit� cosa ha prodotto in
termini di intensit� di esposizione ambientale.
Il fondo naturale nella zona monitorata � normalmente 70 - 90 nGy/h;
con tutta l'enorme quantit� di attivit� nell'aria dei giorni 2-3 maggio,
l'intensit� di esposizione � salita solo a 140 nGy/h; il massimo
(410 nGy/h) si � avuto il giorno 6/5, a causa delle abbondanti
precipitazioni.
Questo per farti capire che le misure di concentrazione radioattiva
(Bq) che si effettuano nei laboratori di protezione ambientale, sono
altamente sensibili e rilevano facilmente la presenza di attivit�
anche qualora le misure di dose (con camera ad ionizzazione) non sono
pi� in grado di distinguere differenze rispetto al fondo ambientale.
Per quanto riguarda la relazione tra attivit� e rateo di dose assorbita,
non si pu� generalizzare; ad es., il rateo di dose assorbita in aria
ad un metro da una sorgente di Co-60 di attivit� pari a 1 Ci,
� 1,85E-04 Gy/s ----> 1,1 Rad/minuto
Per curiosit�, posso dire che, in base ai controlli W.B.C. su personale
in organico alle centrali nucleari e a ditte esterne fatti da settembre
'86 a aprile '87, si � riscontrata una media di contaminazione interna
da radiocesii pari a 3500 Bq per residenti in Veneto, a 2500 Bq per
piemontesi e lombardi, ecc., fino ai 1000 Bq per pugliesi e calabresi.
La stima di equivalenti di dose impegnata dovuti all'incorporazione di
Cs-137 e Cs-134 � di circa 200 microSv.
Ciao, Nino
Received on Wed Aug 10 2005 - 23:42:51 CEST