Re: convegno sulla Fusione Fredda

From: Tetis <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Tue, 14 Jun 2005 09:51:01 GMT

                    Il 14 Giu 2005, 04:32, "Massimo Boninsegni" <cimmy_at_shaw.ca> ha scritto:
> Tetis wrote:
> Sono frequenti i
> > > > casi di effetti complessi ottenuti per caso e non piu' riprodotti
per
> > > > mancanza di teorie adeguate.
> > >
> > > Ad esempio ?
> >
> > Per esempio l'effetto fotoelettrico. Prima che Hertz compisse
> > gli esperimenti quantitativi che portarono poi ad evidenziarlo
> > non avrebbe dovuto essere difficile notare che una illuminazione
> > di catodi con differenza di potenziale poteva produrre una scintilla.
> > Se pero' questo fatto era stato forse annotato su qualche quaderno,
> > nessuno aveva mai concentrato ricerche quantitative come fu capace
> > di portarle avanti Hertz.
>
> Non ci capiamo. Questo e' di nuovo un esempio fuori luogo. Il problema
> della fusione fredda e' che un paio di ricercatori sostengono di avere
> ottenuto, in particolari condizioni, risultati sperimentali che _nelle
> stesse condizioni_ nessuno e' riuscito finora ad ottenere. La teoria,
> credimi, c'entra poco o nulla.

Scusa, qui sono stato io a spiegarmi poco, il punto in cui io vedo analogia
fra le due situazioni e' questo: tutti, in tutti i laboratori avevano notato
che
il potenziale elettrico necessario ad innescare un arco elettrico potevano
cambiare di giorno in giorno e svariate potevano essere le cause di cio'.
Ma quanti avevano pensato all'esposizione alla luce?
 
> Il paragone con Hertz non sta in piedi. Sarebbe appropriato se
> l'esperimento che dimostro' l'effetto fotoelettrico (o quel che vuoi
> tu) avesse fornito il risultato oggi accettato solamente ad un
> ricercatore, mentre a tutti gli altri usciva fuori qualcos'altro. La
> controversia si sarebbe potuta risolvere solo se e quando il
> ricercatore a cui veniva il risultato positivo fosse riuscito a
> convincere gli altri della bonta' del proprio esperimento, permettendo
> anche agli altri di ottenere lo stesso risultato.

Considera ancora l'effetto di diminuzione del potenziale di soglia
dielettrica, e' una parola a dirsi e tutt'altro a farsi, sconoscendo le
cause del fenomeno.

> Questo, per inciso, e' cio' che Pons e Fleischmann avrebbero dovuto
> fare per salvare la loro scoperta, ma non ne sono stati capaci, cosi'
> come nessun altro. Ecco perche' la fusione fredda, almeno per il
> momento, e' in soffitta.

Qui nessuno ha parlato di Pons e Fleishmann. Si parlava di una
ricerca dell'ENEA.

> Tu stai invece facendo confusione parlando di risultati sperimentali
> che, seppure con maggiori o minori diffcolta', alla fine tutti, chi
> prima, chi dopo, chi meglio, chi peggio, sono stati capaci di
> riprodurre, nei limiti di cio' che viene comunemente accettato come
> errore di misura.

Premesso, fuor di polemica che quello che mi sto sforzando di comunicare
e' che lo studio delle cause di errore non ha ricette comunemente
accettate ed e' parte integrante di un esperimento di successo, tuttavia
devo
riconoscere che hai ragione: la prima parte ed in parte anche la seconda
fase
del discorso potevano prestarsi a questo miesleading. In effetti a scanso di
equivoci avevo parlato di una varieta' di situazioni in cui un fatto
marginale
della fenomenologia puo' acquistare un ruolo inequivoco di fatto degno di
attenzione: esempio la catalisi di una reazione proteica sconosciuta per
effetto
dell'aggiunta di zuccheri ad una soluzione. A volte la catalisi avveniva
altre volte no. Perche'? Perche' si ipotizzo' dovevano essere individuati
degli enzimi o delle altre molecole di sostegno. Si scopri' effettivamente
che questi enzimi erano proteine in concentrazioni significativamente piu'
basse.

> Tutti gli esempi che citi si riferiscono a differenze tra campione e
> campione, fisicamente insignificanti perche' non inficiano il fatto
> fondamentale, ovvero che alcuni fenomeni (come il ferromagnetismo,
> l'invecchiamento dei vetri o la superconduttivita' o vattelapesca)
> _esistono_, sono osservabili in modo controlalto, definiscono classi di
> universalita', e si possono dimostrare spermentalmente agli studenti
> del primo anno.

E bella forza. Ma la teoria di rinormalizzazione applicata al modello
di Ising ed alle altre transizioni critiche e' con gli anni settanta che
e' stata sistematizzata. E' vero che Anderson studiava gli esponenti
critici negli anni cinquanta. Ma e' Anderson. Ha ricevuto il Nobel per
questa impresa che ha permesso di cercare e scoprire interi continenti
fenomenologici ancora sconosciuti. Pero' attenzione a pensare
che per la spiegazione dell'aging basti ricorrere alle classi di
universalita',
o ad uno due parametri critici e' una trappola nella gran parte dei casi
e non spiega i fenomeni di isteresi.

> Nel caso della fusione fredda, qualora tu volessi dimostrarla agli
> studenti dovresti prepararti a fare una figuraccia nella maggior parte
> dei casi (ogni tanto ti andra' bene, nel senso che verra' fuori
> qualcosa che riuscirai a far credere sia fusione fredda... :-)

:-) Me ne guardo bene.

> Ma vedo che mi ripeto, per cui lascio perdere; mi sto stufando io a
> scrivere, figuriamoci tu a leggere.
> Evidentemente non riesco a farmi capire. Pazienza.
> Evito di commentare il resto del tuo messaggio perche' e' sulla stessa
> falsariga di quanto affermi sopra (quindi secondo me fuori luogo,
> relativamente alla materia del contendere), e tornerei nuovamente a
> dire le stesse cose.

Spero almeno che parte del discorso sia stato stimolante per te
almeno quanto lo e' stato per me.
 
>
> Saluti,
>
> Massimo
> --
> Massimo Boninsegni
> Professor of Physics
> University of Alberta
> www.ualberta.ca/~massimob
>
          

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Tue Jun 14 2005 - 11:51:01 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Sun Nov 24 2024 - 05:10:25 CET