Re: La matematica serve?

From: kikko <frafrana_at_libero.it>
Date: Fri, 06 May 2005 10:44:52 GMT

Concordo abbastanza con entrambi ma mi permetto di precisare qualcos'altro a
favore della trattazione matematica. :-)
Per esempio sarei d'accordo (relativamente) sull'aspetto didattico-formativo
della questione:
spiegare un fenomeno dal punto di vista pratico pu� essere molto pi�
semplice ed adatto ad essere recepito. Ci� per� porta ad un inconveniente:
la semplificazione dell'argomento, a volte, porta ad essere imprecisi e
questo presuppone un grosso lavoro a monte da parte del docente-formatore
per evitarlo.
Per inciso � quello che succede nel giornalismo quando chi scrive non � del
settore: si dicono un cumulo di inesattezze e la cosa pi� grave � che si
prendono per buone!
Faccio un esempio: se parlo della "accelerazione" in modo non matematico
dir� che � la variazione della velocit� rispetto al tempo, in questo modo
sar� impreciso, primo perch� non dico cosa � effettivamente l'accelerazione
(un vettore) e poi non parlo di "come" essa varia rispetto al tempo, ma
questo potrebbe bastare se di fronte ho un ascoltatore non troppo esigente.
Gi� se si tratta di uno studente le cose cambiano nel senso che diviene
necessaria una maggiore precisione. Con la notazione matematica potrei dire
"derivando" la velocit� rispetto al tempo......ecc, presupponendo con quel
"derivando" tutto un discorso a monte gi� elaborato mentalmente.
Ogni campo ha il suo gergo ed i suoi termini, ed in matematica lo � ancora
di pi� per ovvi motivi, per cui una formula vuol dire molto, a volte tutto!
Fin qui le considerazioni di ordine come dicevo didattico-formativo, se poi
allarghiamo il campo a vette pi� somme, beh allora mi chiedo come si sarebbe
mai potuti arrivare al mondo d'oggi senza che qualunque studioso avesse
affrontato gli argomenti con la logica e la matematica: ma davvero vogliamo
credere che Newton abbia scoperto la gravit� grazie al bernoccolo della mela
in testa? Permettetemi di dire che chi ci crede dovrebbe leggerne un po' di
pi�!
La relativit�? senza le equazioni di Maxwell o le trasformazioni di Lorenz?
e in filosofia? Lasciamo perdere i matematici "puri" (esistono? non sono
inscindibili matematica e filosofia?) ma Aristotele? Galileo? Kant? Russel?
Alla fine pu� esistere una trattazione "fisica" non "matematica"? Secondo
me, se lasciamo la cosa a livello di discussione serale sul divano, va anche
bene, ma se si vuole fare un po' pi� di studio non si possono separare le
due discipline.

Scusate mi sono lasciato andare a un discorso troppo lungo, ma vi assicuro,
ho cercato di condensare--
Cmq sono d'accordo con voi, soprattutto perch�, ripeto, si discute dal punto
di vista didattico.

Un abbraccio :-)






                    Il 05 Mag 2005, 18:57, "Sb" <sabardit_at_tiscali.it> ha scritto:
> Scrive Elio Fabri:
>
> " Pero' che si possa cogliere l'essenza fisica del fenomeno senza
immergersi
> in un'adeguata trattazione matematica, e' pure vero (almeno secondo me):
> considerazioni qualitative a parole possono assai facilmente trarre in
> inganno."
>
> Mah... io ho sempre penato esattamente il contrario (almeno nella fisica
> classica, nella MQ forse � diverso). Ricordo un libro di fisica che voleva
> spiegare una certa legge con una serie di trasformazioni matematiche
> rigorosissime e che non dicano assolutamente niente sul senso fisico del
> fenomeno. Poi ho visto lo stessso argomento trattato con spiegazioni a
> parole ed esempi su un testo del biennio delle scuole superiori e alla
fine
> rendeva molto meglio l'idea di quello che succedeva.
>
> Io credo che prima vada spiegato "a parole" il fenomeno. Solo quando si �
> capito questo livello "intuitivo" si pu� passare alle quantificazioni
> matematiche, non prima.
>
          

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Received on Fri May 06 2005 - 12:44:52 CEST

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