Re: Guida per la Fisica Moderna
Non sono intervenuto finora perche' sono riulttante ad affrontare
temi cosi' generali, della cui utilita' sono piuttosto dubbioso.
Pero' Giorgio avanza alcune idee (non voglio neppure chiamarle
proposte, perche' lui per primo non lo fa) su cui forse qualche
interazione non fa male.
Su alcune sono d'accordo, su altre no, com'e' ovvio...
Giorgio Pastore ha scritto:
> A me sembra che tu immagini che il destinatario sia una persona di
> media cultura ( diciamo equivalente alla cultura e cognizioni che
> *dovrebbe* fornire una scuola superiore ) desiderosa di apprendere la
> Fisica.
Fai molto bene a evidenziare il "dovrebbe", perche' di fatto tali
persone non esistono :(
> ...
> Onestamente, penso che ad una persona del genere il miglior consiglio
> che potrei dare e' ... di iscriversi a Fisica. Interagirebbe con
> persone di carne ed ossa e imparerebbe tutto piu' in fretta.
Anch'io...
> Attenzione pero' che il mio punto di vista non e' mai stato quello del
> "o ti iscrivi all' universita' o sarai tagliato fuori da qualsiasi
> possibilita' di capire".
>
> Sono convinto anch' io che ci sia la terza (e la quarta) via. Ma
> proprio per questo eviterei di proporre qualcosa che e' clonato in
> modo un po' acritico sulla tradizione didattica universitaria
> (italiana) su cui avrei invece non poche osservazioni.
Io invece vedo molto meno queste altre vie.
Non perche' pensi che l'attuale istruzione universitaria sia il "non
plus ultra"; pero' potrei parafrasare la famosa battuta di Churchill:
"L'universita' e' un pessimo sistema d'istruzione, esclusi tutti gli
altri" (lui la disse per la democrazia).
Soprattutto perche' temo molto la mancanza di feedback, di verifiche:
saper studiare da soli e' una capacita' ancora piu' rara della
preparazione liceale ideale, di cui si diceva sopra.
Pensate alla facilita' delle "fughe in avanti": "questo non l'ho
capito ma non importa"; "per questo mi mancano le basi? ne faccio a
meno..."
> - io penso che lo studio della fisica puo' trovare enorme vantaggio da
> un approccio "a spirale", in cui gli argomenti si affrontano e si
> riincontrano per essere rivisitati da punti di vista diversi,
> piuttosto che col tradizionale "learn once, learn forever" in cui le
> "ripetizioni" o le "sovrapposizioni" nei programmi sono viste come una
> cosa disdicevole;
Su questo concordo (a parte che direi "elica", non "spirale").
Direi anche che se un tale approccio era difficile ma non impossibile
nell'insegnamento del passato, oggi mi sembra diventato del tutto
proibitivo. Bisogna correre, saltare tutto cio' che non e'
indispensabile (v. dopo)... Quindi figuriamoci se ci si puo' fermare a
ripensare cose che debbono essere gia' "note"!
> - in un approccio autodidatta piu' ancora che nei curricula
> istituzionali vedrei utile non mantenere piu' che tanto le barriere
> tra vari campi. Perche' sciropparsi in modo sistematico un libro di
> analisi se gli argomenti di analisi possono essere affrontati pian
> piano man mano che si incontrano negli argomenti di fisica ?
Qui invece ho dei dubbi. Temo si produrrebbe un apprendimento "a pezzi
e bocconi", senza mai raggiungere una cultura organizzata.
> ...
> P.es. perche' dovrebbe essere essenziale un corso di analisi
> complessa per chi voglia capire i rudimenti della meccanica
> ondulatoria ? Non e' necessario!
Anche questo mi sembra pericoloso.
Se non si guarda piu' in la' del proprio naso, puo' essere vero. Ma
poi? che genere di cultura si produce?
Ma e' chiaro che qui ci si scontra con un problema che Giorgio ha
indicato:
> 2) qual e' lo scopo finale ?
> - soprattutto all' autodidatta (ma non solo!) va chiarito cosa deve
> intendere con "aver capito un argomento". In fisica capire non equivale
> a "saper ripetere con parole proprie quello che si e' letto". E' molto
> piu' importante arrivare a "saper fare". Percio' e' difficile
> sottovalutare l' importanza formativa di tanti, tanti esercizi per
> verificare ed affinare il grado di padronanza dei concetti.
Verissimo, ma qui si coglie la necessita' del feedback.
Come faccio a capire se ho capito?
Valuto quanti esercizi mi danno il risultato finale uguale a quello
indicato?
Puo' bastare?
Quante volte un docente potrebbe far notare che sono arrivato al
risultato giusto per una strada sbagliata?
Quante volte mi potrebbe indicare che c'era una via molto piu'
semplice, o piu' profonda, o altro?
> A questo punto mi fermo, sia perche' il tempo a disposizione per il NG
> sta finendo, sia perche' credo di aver scritto fin troppo per un post.
Mi fermo anch'io ;-)
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Mon May 02 2005 - 21:43:08 CEST
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