Consiglio per tesi: sonoluminescenza o vetrificazione durante polimerizzazione a stadi?
Dopo anni di sacrifici, giunge per me il tanto atteso momento di scegliere
la tesi.
Sono uno studente del vecchio ordinamento (laurea quadriennale), indirizzo
di Fisica della Materia, che non ha ancora le idee molto chiare circa "cosa
far� da grande"...; mi spiego meglio: la carriera universitaria � una
bellissima prospettiva, ambita da molti ma intrapresa con successo da
relativamente pochi, e al prezzo di situazioni di precariato protratte nel
tempo, sospirate assegnazioni di borse di studio, ecc. Per come vedo le
cose, � naturale che uno studente di Fisica resti affascinato da una vita
dedicata alla ricerca, ed io non faccio mistero di esserne attratto a mia
volta; il mondo accademico esercita un forte fascino, irresistibile per chi
si pone come obiettivo futuro (certo, un futuro "remoto") l'insegnamento
universitario o addirittura quello di dare un contributo alla scienza. MA :
ho una mentalit� razionale, abbastanza presto ho scoperto che con le
illusioni non si campa e si deve fare i conti con una situazione, quella
italiana, nella quale la ricerca vive momenti difficili e costringe all'emigrazione
un numero via via crescente di persone che hanno intrapreso questa strada,
senza peraltro garantire necessariamente quella tranquillit� economica che,
a rigor di logica, *dovrebbe* ripagare degli sforzi (non solo
intellettuali, viste le tasse di iscrizione, gli affitti, ecc.) fatti per
conquistare certi traguardi.
Questa � la prima tesi che faccio -e probabilmente sar� anche l'unica-, per
questo non ho potuto esimermi dal compiere il consueto "giro di elemosine"
presso i docenti con la speranza di rimpicciolire il campo di scelta al pi�
limitato numero possibile di titoli da prendere in considerazione per
svolgere il lavoro finale. Ci� � stato di indubbia utilit�, giacch� in tal
modo ho ristretto notevolmente la rosa iniziale (grazie anche alla simpatica
regola di Feynman di moltiplicare fra loro interesse per un certo argomento
e realizzabilit� dello stesso, variabile il primo in una scala da 0 a 10 e
il secondo nella stessa scala ma ordinata in modo decrescente, e di
dedicarmi alla soluzione che fornisce il prodotto pi� alto); tanto utile
che, ora, due sono i titoli rimasti "in lizza": il primo propone lo studio
della cavitazione e della sonoluminescenza in funzione della pressione
acustica ed idrostatica, il secondo lo studio del processo di vetrificazione
chimica durante una reazione di polimerizzazione a stadi. Si tratta di due
argomenti completamente diversi, come � evidente: uno � di fisica acustica,
l'altro di fisica-chimica. Reputo entrambi molto interessanti, ma,
nonostante in questi anni abbia maturato una preparazione sicuramente pi�
adatta alla seconda tipologia di tesi (nello specifico del quarto anno:
esami di Chimica 2, Fisica dei Materiali, Fisica dello Stato Solido, Fisica
delle Superfici e delle Nanostrutture), il primo titolo lo considero
nettamente il pi� "intrigante" sia sotto il profilo sperimentale che
teorico; da una parte infatti c'� una tesi nella quale si devono, s�, fare
misure e prendere familiarit� con strumenti di spettroscopia dielettrica,
calorimetri, approfondire concetti di termodinamica, ecc., dall'altra c'� la
prospettiva di studiare fenomeni abbastanza "nuovi" e certamente "esotici",
collegati alla cavitazione in un liquido, che consistono nella produzione in
questo di una bolla di gas che emette radiazioni e.m. senza che esista un
modello universalmente accettato che ne spieghi esattamente le origini.
Da qui la domanda: in che misura l'una o l'altra tesi mi pu� essere d'aiuto
ai fini della ricerca di un posto di lavoro nell'industria (ma anche,
perch� no, in enti come il CNR) o nell'ambito dell'universit�?
In tutta onest�, la mia preferenza va alla tesi di acustica, ma il mio
timore � che, DOPO, a nessuna industria interessi una persona laureata in
Fisica con una tesi sulla sonoluminescenza, laddove magari un lavoro sulla
polimerizzazione potrebbe invece costituire un discreto biglietto da visita.
Per riassumere, alla fine, vi chiedo: quanto la succitata tesi di acustica
pu� contribuire a chiudermi determinate porte e quanto invece l'altra tesi
pu� aiutarmi ai fini di maggiori probabilit� di ottenere un impiego
"dignitoso"?
Vi sarei grato se mi deste suggerimenti in tal senso, perch� ho il
(fondato?) sospetto che questa mia scelta, ora, condizioni pesantemente il
mio futuro.
Received on Wed Apr 13 2005 - 12:45:30 CEST
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