Re: Prove di accelerazione di autoveicoli
"Renaissance" <glucasole_at_tiscali.it> ha scritto nel messaggio
news:3a2rvjF63nd1vU1_at_individual.net...
>
> Buongiorno a tutti.
>
> E' nato un thread in it.discussioni.auto riguardante il modo adeguato
> per ottenere il miglior risultato nella prova di accelerazione
> zero-cento di un autoveicolo, e vorrei un secondo dipanare la matassa,
> visto che e' un argomento (accelerazione impressa ad una massa)
> prettamente fisico (vabbe', e' fisica delle superiori, ma abbiate
> pazienza...).
>
>
Parliamo di coppia all'asse motore e di coppia all'asse delle ruote.
Supponiamo inoltre, in prima battuta, di avere un cambio a variazione
continua ben programmato e di rendimento alto e costante.
E' evidente che la massima coppia alle ruote a qualsiasi velocita' si ha col
motore in regime di potenza massima e col cambio all'opportuno rapporto.
E' altresi' evidente che in questo fortunato caso (CVT) durante tutta
l'accelerazione (tranne lo spunto iniziale a spese della frizione) il motore
girera' al regime costante di potenza massima e la variazione di velocita'
sara' fatta con la variazione progressiva del rapporto di trasmissione. Con
questo sistema si ottiene sempre la massima coppia alle ruote e si evita di
dover pagare l'effetto negativo della inerzia equivalente (o ridotta che dir
si voglia) del motore e della frizione, cioe' delle parti meccaniche a monte
del cambio.
Quest'ultima (inerzia del motore) e' un fatto tutt'altro che trascurabile:
Supponiamo che le masse a monte del cambio abbiano un momento di inerzia
totale J (in esso vanno incluse, con opportuno coefficiente, le masse di
pistoni e bielle per il quadrato del braccio del collo d'oca).
Detto 'c' il rapporto di trasmissione al cambio (dipendente dalla marcia
innestata) e 'p' il rapporto al ponte, il momento di inerzie equivalente
alle ruote sara':
J' = J * (cp)^2
E la massa equivalente (da sommare alla massa dell'automobile agli effetti
dell'accelerazione), detto R raggio delle ruote motrici:
Meq = J' / R^2 = J (cp/R) ^ 2
Questa massa fittizia non entra in gioco in un cambio a variazione continua
perche' il motore gira a regime costante, ma, in un cambio tradizionale, fa
sentire i suoi effetti tanto piu' quanto piu' basse sono le marce ('c' e'
alto a marce basse). Conviene quindi cambiare piu' in fretta le marce basse.
Per una trattazione esatta della massima accelerazione possibile con un
cambio tradizionale, occorre trasformare la curva giri-coppia nelle 4 o 5
curve da essa facilmente derivabili giri-accelerazione (una per ogni
rapporto di cambio e tenendo conto di quanto sopra a ogni marcia per
l'inerzia del motore). Gli incroci tra le curve relative a due marce tra
loro contigue sono i punti ideali di cambio. In altre parole e' conveniente
percorrere l'inviluppo (se mi si passa il termine) superiore delle 4-5 curve
Peccato non poter fare un diagramma!
Saluti
Mino Saccone
Received on Sat Mar 19 2005 - 19:15:16 CET
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