posi ha scritto:
> Per esempio, il sistema tolemaico, seppur "complicato" permetteva di
> prevedere la posizione dei pianeti con una precisione per molti
> aspetti maggiore di quella del sistema copernicano. Il motivo è che
> Copernico assumeva traiettorie circolari, mentre Tolomeo, con i suoi
> epicicli e deferenti, riusciva a tener conto dell'eccentricità delle
> orbite.
Come spesso succede in materia di storia della scienza, le cose sono
ben più complicate di come si suole raccontarle.
Su questi argomenti poi c'è l'aggravante che troppo spesso quelli che
ne scrivono hanno informazioni solo superficiali e di terza o quarta
mano sulla materia.
A parte che non so che cosa vuol dire "per molti aspetti", quello che
dici è vero solo se confronti una delle molte versioni del sistema
tolemaico dotate di vari epicicli (ed equanti) col semplice modello
copernicano che ha solo orbite circolari percorse in moto uniforme. Se
aggiungi epicicli (come lo stesso Copernico fece in seguito) non ci
sono differenze per questi aspetti.
Ma il sistema copernicano è superiore per altri motivi.
1. Nel sistema tolemaico i pianeti maggiori hanno la massima
luminosità quando sono al centro del moto retrogrado, il che si
capisce perché in quei punti si trovano alla minima distanza dalla
Terra.
Quello che però non si capisce è perché ciò debba avvenire proprio
all'opposizione.
(Per chi non lo sapesse: si chiama opposizione ls posizione in ci si
ha l'allineamento STP in questo ordine, ossia quando sole e piane
stanno in punti opposti del cielo, se visti dalla Terra.)
Se Sole e pianeti hanno ciascuno i propri deferenti ed epicicli, non
si vede perché debba esistere questa relazione geometrica.
2. Nel sistema tolemaico per ciascun pianeta indip. dagli altri e dal
Sole sono misurabili solo i *rapporti* tra raggio del deferente e
dell'epiciclo.
Le relazioni tra i raggi del sole e dei pianeti restano indefinite.
Nel sistema copernicano invece *tutti* i rapporti sono determinabili,
Resta incongnito solo un comune fattore di scala
Aggiungo che la scoperta delle fasi di Venere, insieme col fatto che
la dimensione apparente del pianeta varia in modo che esso appare più
grande quando è in forma di falce, e più piccolo quando appare
pressoché circolare, provano che Venere gira attorno al Sole.
Questo non si poteva vedere a occhio nudo, ma G. col cannocchiale lo
vede:
"E' vero, signor Sarsi, che Saturno, Giove, Venere e Marte all'occhio
libero non mostrano tra di loro una minima differenza di figura, e non
molto di grandezza seco medesimi in diversi tempi? e che coll'occhiale
si veggono, Saturno come appare nella presente figura, e Giove e Marte
in quel modo sempre, e Venere in tutte queste forme diverse? e, quel
ch'è più meraviglioso, con simile diversità di grandezza? sì che
cornicolata mostra il suo disco 40 volte maggiore che rotonda [...]"
("Il Saggiatore")
Il che, per inciso, permette di misurare il rapporto delle distanze di
Venere e Terra dal Sole. E lo stesso rapporto si può ricavare dalla
misura dell'angolo di max elongazione. Il che consente una verifica
del modello, se i due rapporti tornano.
Quanto a Tico, il suo sistema non è che un compromesso, volto a
salvare la Terra immobile con l'idea copernicana che i pianeti girano
attorno al Sole.
Cinematicamente è indistinguibile da quello di Copernico.
Non è per questo che Tico merita un posto nella storia dell'astronomia.
Lo è per Uraniborg: il grandioso osservatorio dotato dei migliori
strumenti che si potessero fare a quel tempo.
Con quegli strumenti Tico condusse una lunga serie di osservazioni (a
occhio nudo) che davano le posizioni di stelle e pianeti più precise
di quanto fossero prima.
Keplero ereditò quei dati, e dalle posizioni di Marte poté capire che
l'orbita era ellittica, e lo steso quella della Terra.
Ne ricavò le "Tavole Rudolfine", posizioni di stelle e pianeti, che
finalmente superavano in accuratezza quelle in uso fino allora.
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Elio Fabri
Received on Sun Dec 08 2019 - 18:31:25 CET