Aleph wrote:
> NatHwylc ha scritto:
>
> > Sto leggendo "Perch� accade ci� che accade" di Andrea Frova.
> > Lo trovo un libro di qualit� diseguale, nel quale il punto di
minimo
> > (della qualit�) � raggiunto senz'altro dall'introduzione, piena
di
> > boria, dovuta alla penna di Piero Angela.
>
> E' comprensibile. Del resto Piero Angela �, e non certo da oggi, il
pi�
> grande scienziato italiano vivente :)).
Trovo il modo nel quale Angela imperterrito pontifica sulla *gente* che
preferirebbe vivere da zoticona piuttosto che pensare
"con-la-sua-testa", esageratamente tronfio.
> La Cosmologia del big-bang risolve il paradosso di Olbers alla
radice,
> ammettendo un'et� finita (circa 14 miliardi di anni) per la fase
calda e
> compresa (Hot Universe) da cui si sarebbe originato l'Universo
attuale.
> L'et� finita comporta, indipendentemente dal fatto che l'Universo
sia
> finito o infinito, la finitezza dell'orizzonte (dell'ordine di ct) e
> quindi di un numero finito di stelle al proprio interno.
Sono ancora abbastanza perplesso. E' necessario assumere la finitezza
dell'orizzonte o no? Altrove ho letto che no.
>
> La soluzione ricordata da Frova (tramite il redshift) �
indispensabile per
> risolvere il paradosso di Olbers all'interno della cosmologia dello
stato
> stazionario che, prevedendo un Universo infinito nel tempo e nello
spazio,
> necessita di un meccanismo in grado di assorbire l'energia infinita
emessa
> dalle stelle.
>
Non so nulla di modelli cosmologici. Ma ho trovato un vecchio post di
EF, nel quale si dice che la soluzione via redshift funziona, s�, ma
richiede universi in espansione. Quindi se l'universo fosse come dice
la cosmologia dello stato stazionario, non ci sarebbe modo di
cancellare l'effetto di luminaria notturna ipotizzato da Olbers. E'
cos�?
> Saluti,
> Aleph
>
grazie,
Nat
Received on Wed Mar 09 2005 - 10:04:10 CET
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