Re: sinusoide 50Hz riflessa

From: Mino Saccone <mino.saccone_at_eidosmedia.com>
Date: Tue, 1 Mar 2005 18:56:10 +0100

"Dante" <dantez2003_at_libero.it> wrote in message
news:5bd93c35.0503010713.3de73a5a_at_posting.google.com...
> Franco <inewd_at_hotmail.com> wrote in message
>> Fermo li` :-). Credo stia confondendo la resistenza serie della linea
>> (quella dei conduttori), con la sua impedenza caratteristica, che
>> dipende dalla geometria di tutta la linea. E di impedenze
>> caratteristiche lungo una linea (=discontinuita`) ce ne sono parecchie.
>
> hai ragione, forse ho voluto affrontare un discorso pi� grande di me,
> ma gi� che adesso mi sono "messo nei pasticci" tanto vale continuare
> approfondendo: mi sapresti spiegare in parole povere(per quanto povere
> esse possano essere) la differenza tra impedenza ed impedenza
> caratteristica?

Facciamo l'esempio piu' semplice:

immaginiamo una linea elettrica che consta di due fili di diametro costante
e a distanza costante tra loro (i vecchi doppini per televisione).

Immaginiamo anche che il doppino sia una "semiretta" infinita da un lato e
nelle nostre mani al capo tagliato.

Supponiamo anche che i fili siano inizialmente scarichi.

Questa coppia di fili avra' una capacita' (costante) per unita' di lunghezza
e una induttanza anch'essa costante per unita' di lunghezza.
Supponiamo inoltre nulle le perdite.

Attacchiamo ora una batteria in corrente continua ai due conduttori nelle
nostre mani.

La tensione della pila si propaghera' lungo il doppino alla velocita' della
luce (lo abbiamo supposto in aria).

Abbiamo quindi un condensatore che "si allunga" alla velocita' della luce
caricandosi alla tensione della pila.

detta C la capacita' per unita' di lunghezza e V la tensione della pila, c
la velocita' della luce, la corrente I erogata dalla pila per propagare la
carica lungo la capacita' distribuita sara':

I = cCV

Quindi il doppino mostra alla pila una resistenza R = V/I = 1/cC
si dimostra facilmente che, detta L l'induttanza per unita' di lunghezza,
R = sqrt(L/C)

e anche:

c = 1/sqrt(LC)

Insomma, una linea infinita, non dissipativa, si presenta come una
resistenza. L'energia fornita dalla pila, non viene pero' dissipata in
calore, ma va a formare il campo elettromagnetico.

Se immaginiamo di fare un taglio in un punto qualsiasi del doppino, la parte
verso di noi vedra' il resto della linea ancora come una "semiretta"
infinita con impedenza (resistenza) R.
Quindi, se noi tagliamo il doppino e lo chiudiamo su una vera resistenza di
valore R il moncone nelle nostre mani non avvertira' alcuna differenza:
il fronte di tensione e di corrente si e' propagato per la lunghezza del
doppino e, raggiunta la resistenza, invece di caricare elettromagneticamente
lo spazio, la potenza sara' ora si' "dissipata" dalla resistenza stessa. Il
sistema smette quindi di evolvere a questo punto e tutto diventa statico.

Se la resistenza fosse invece di valore diverso? Esageriamo e facciamo un
bel corto circuito:
La tensione deve andare a zero al corto circuito quindi un'onda di tensione
nulla si propaga all'indietro, annullando la tensione che si era
stabilizzata nel doppino durante il percorso di andata, fino a raggiungere
la nostra pila. Questa imporra' nuovamente la sua tensione, quindi altro
fronte che viaggia avanti e poi ancora indietro e cosi' via all'infinito.

Se la resistenza e' diversa da R e da zero l'onda di ritorno si attenua e, a
ogni avanti e indietro tende esponenzialmente a zero. Ancora una volta, lo
ricordo, senza alcuna dissipazione. Fino a raggiungere sulla linea la
tensione imposta dalla pila e la corrente assorbita dalla resistenza con
quella tensione. Fa' pero' un bel po' di rimbalzi avanti e indietro tanti
piu' (sensibili) quanto piu' R e' diversa dall'impedenza caratteristica.

Ecco perche' quando si inviano segnali, e si vogliono eliminare le
riflessioni perche' sporcherebbero il segnale, occorre chiudere il filo
sulla resistenza caratteristica.

Qui mi fermo

Saluti

Mino Saccone



 
Received on Tue Mar 01 2005 - 18:56:10 CET

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