Re: Relatività galileiana o di Neton?
gnappa ha scritto:
> cio� implicitamente confermi che il principio di relativit� e le
> relazioni di trasformazione per i sistemi inerziali sono da attribuire
> a galileo?
Non vorrei aver l'aria di eludere la donanda, ne' di complicare le
cose semplici; ma la storia della scienza non e' semplice...
Nelle opere di Galileo certamente non ci troverai le relazioni di
trasformazione, prima di tutto perche' non ci troverai nessuna
formula; a quel tempo le formule come le conosciamo oggi praticamente
non esistevano, e certo non erano usate in fisica.
Pero' Galileo enuncia in modo assolutamente chiaro il principio di
relativita', e dice anche che le velocita' si compongono.
E' per questa ragione che tutti parlano di "relativita' galileiana".
Feynman fa riferimento al corollario V di Newton, che in termini
moderni enunceremmo cosi': se le forze tra due o piu' corpi dipendono
solo dalle loro distanze e velocita' relative, allora il moto di quei
corpi e' lo stesso in tutti i riferimenti inerziali.
Per inciso, subito dopo Newton cita l'esempio della nave, che e' preso
pari pari da Galileo.
(Non vorrei sbagliare, ma nei "Principia" Galileo non e' mai citato, mi
pare.)
> Posso continuare a parlare di relativit� galileiana e trasformazioni
> di galileo?
Puoi senz'altro!
> Non ho capito bene cosa intendi dicendo che Feynman non ha sensibilit�
> a proposito della storia della scienza. Nel senso che ne sapeva poco?
> o interpretava a modo suo?
Direi che gliene importa poco.
In parte ha ragione: se leggi l'introduzione a "QED", giustamente F.
osserva che la storia della fisica come viene raccontata dai fisici
spesso e' una storia addomesticata, che con l'andamento reale ha ben
poco a che vedere.
> Comunque se dici che la mia impressione sulla preferenza degli
> anglosassoni per Newton � infondata, mi fido. Io non ho un cmpione
> significativo....
Certamente ci saranno i casi opposti, ma nell'insieme direi che le
cose stanno come ti ho detto. Anzi: tra fisici e storici della scienza
anglosassoni ci sono veri appassionati di Galileo, e qualcuno che ha
anche avuto dei premi (mi viene in mente Stillman Drake) per la
profondita' del lavoro che ha farto studiandone l'opera.
Per non parlare di Rogers, che nel suo "Physics fro the Inquiring
Mind" riproduce continuamente il disegnino schematico di un omino che
fa cadere un sasso dalla Torre pendente, per richiamare il valore
fondamentale della scoperta di Galileo.
Lo chiama l'esperimento "Mito e Simbolo": mito, perche' non e' sicuro
che sia stato fatto davvero; simbolo, perche' sta li' a ricordare, a
mettere ben saldo nella testa dello studente, il valore della legge
che i gravi cadono tutti con la stessa accelerazione.
Tanto ci tiene, che a pagina 4 del libro scrive:
"The physicist who does not enjoy watching a dime and a quarter drop
together has no heart."
Tetis ha scritto:
> Lucio Russo pero' e' uno storico della scienza e mette in guardia
> circa un uso troppo disinvolto della locuzione: "relativita'
> galileiana". Occorrerebbe leggere le sue considerazioni riguardo
> alla teoria cinetica per comprendere cosa intende.
Acc... Per una volta che hai scritto un post breve e denso ma chiaro
:), meriteresti maggiore attenzione da parte mia. Ma e' gia' un'ora e
mezza che scrivo, e sono stanco...
Pero' di Lucio Russo ho letto di recente "Flussi e riflussi" e non
posso dire che mi abbia entusiasmato...
> Il punto chiave e' il diverso grado di attenzione fra Galileo Galilei
> ed Isaac Newton rispetto al principio di equivalenza. Newton comprese
> che la terra era un sistema in caduta libera ed applicava il principio
> di relativita' + forze apparenti. Ga.Ga. pensava ad una differenza di
> forza centrifuga.
Boh...
Che Galileo non avesse capito la dinamica in senso proprio, e' un
fatto, e non possiamo fargliene una colpa.
Non dimentichiamo che Newton nasce lo stesso anno dela morte di
Galileo.
L'uso che fa Newton del "pr. di equivalenza" l'ho sottolineato da
tempo in mie lezioni; pero' anche qui andiamoci piano. Chi pensasse
di trovarci un enunciato esplicito rimarrebbe deluso.
A quanto ne so, lo applica ai satelliti di Giove, non alla Terra.
E mi sono accorto di recente che cita (senza mostrarlo) un calcolo che
per i risultati che da' e' sbagliato di diversi ordini di grandezza...
Tanto che mi riprometto di controllare il testo latino, perche' non
vorrei che ci fosse qualche strafalcione nella traduzione che ho...
Comunque che Newton non fosse alieno dal barare, e' ban noto: c'e' la
storia dei nodi della Luna...
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Sat Feb 05 2005 - 21:51:26 CET
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