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From: ermachoditalia <ermachoditalia_at_libero.it>
Date: Mon, 24 Jan 2005 15:14:12 GMT

"Pasquale Galianni" <pasquale.galianni_at_le.infn.it> ha scritto nel messaggio
news:p97Jd.755698$35.29773099_at_news4.tin.it...
> Cari amici,
> [...] perch� viene insegnato nelle Universit� che "il
> concetto di campo risolve il problema dell'azione a distanza" come ha
detto
> un mio professore a lezione (con mio grande sgomento) riguardo il campo
> elettromagnetico.

Non capisco dove sia lo "sgomento"... Le equazioni di Maxwell,
equazioni di campo per l'elettromagnetismo, sanciscono il propagarsi di un
campo ad una velocit� finita.
Il "problema dell'azione a distanza" � risolto.

> Insomma a me sembra che il campo sia necessario, soltanto per descrivere
> sistemi composti da un grande numero di particelle, ad esempio una lastra
> carica. L'evidenza della necessit� di questo concetto, emerge
immediatamente
> dal fatto che il concetto di campo � nato proprio per descrivere i sistemi
> carichi ad esempio una lastra carica composta da miliardi di particelle.
Per
> descrivere il sistema solare non avrei bisogno del campo, semplicemnte
> perch� il numero di corpi interagenti � per cosi' dire "gestibile".

Il concetto di campo in una teoria fisica prescinde dal numero di
particelle.
O meglio le equazioni di campo (che contengono dei termini di sorgente)
rimangono immutate sia che si consideri una particella, una distribuzione
discreta di n particelle, o anche una distribuzione continua.

> Ora, mi trovo a leggere il Landau "teoria dei campi" ed in particolare una
> frase che mi turba molto: "il limite superiore alla velocit� di
propagazione
> delle interazioni imposto dalla relativit� ristretta, rende il campo non
> soltanto un espediente matematico ma una realt� fisica" (la frase
dovrrebbe
> essere pi� o meno questa).

Molto probabilmente perch� � pi� facile immaginare come realt� fisica un
"qualcosa" che si propaga con velocit� finita, piuttosto che un'altro
"qualcosa"
che si propaga istantaneamente in tutto l'Universo.

> Il concetto di campo entra in crisi se chiedo: "Ma perch� la materia
deforma
> lo spazio tempo?" .
> In effetti, nessuno � mai riuscito a farmi capire PERCHE' una massa
> "deforma" un "tessuto" spazio-temporale.

La frase "la materia deforma lo spaziotempo" � puramente una semplificazione
di come stanno in realt� le cose. Penso che un tale eccesso di
semplificazione
farebbe rivoltare nella tomba il Maestro Einstein.
Il fatto � che la sostanza di una teoria non sta unicamente in frasi,
domande, o
affermazioni che possono essere sempre in qualche modo contraddette da
chiunque, rigirate, manipolate, etc., ma nella coerenza matematica delle
equazioni che riescono a descrivere le evidenze sperimentali gi� note e a
prevederne di nuove.
Ora, una idea che sta alla base della teoria generale della gravitazione che
tu
tiri in ballo � che la materia e l'energia possano interagire in qualche
modo con
la geometria dello spaziotempo e viceversa, come previsto dalle equazioni di
Einstein.
Gli esperimenti hanno confermato la relativit� che � per altro una delle
teorie
meglio verificate e quindi tutto l'armamentario creato da Einstein va bene.
La realt� fisica � ben descritta.
Presupposto tutto ci�, perch� chiedersi "perch�"?

Saluti
Received on Mon Jan 24 2005 - 16:14:12 CET

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