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From: Pasquale Galianni <pasquale.galianni_at_le.infn.it>
Date: Mon, 24 Jan 2005 13:57:41 GMT

Cari amici,

Vorrei chiarirmi anche io qualche dubbio.
Vi spiego come la penso, vi prego di dirmi dove sbaglio.
Nel treadh "attrazione gravitazionale", dove si discute su "come fa la
gravit� ad agire" penso non si possa prescindere dallo spiegare cosa � un
"campo" e sopratutto perch� viene insegnato nelle Universit� che "il
concetto di campo risolve il problema dell'azione a distanza" come ha detto
un mio professore a lezione (con mio grande sgomento) riguardo il campo
elettromagnetico.
Io sono fermo a Fisica II N.O. ed ho l'impressione, ma non la certezza, che
il campo non sia altro che un espediente matematico, per descrivere
l'influenza di un sistema di particelle su un altro. Per rendersi conto di
come questa impressione venga infusa a noi studenti, basta vedere la
derivazione del campo nel Berkley volume 2.
Insomma a me sembra che il campo sia necessario, soltanto per descrivere
sistemi composti da un grande numero di particelle, ad esempio una lastra
carica. L'evidenza della necessit� di questo concetto, emerge immediatamente
dal fatto che il concetto di campo � nato proprio per descrivere i sistemi
carichi ad esempio una lastra carica composta da miliardi di particelle. Per
descrivere il sistema solare non avrei bisogno del campo, semplicemnte
perch� il numero di corpi interagenti � per cosi' dire "gestibile".
Ora, mi trovo a leggere il Landau "teoria dei campi" ed in particolare una
frase che mi turba molto: "il limite superiore alla velocit� di propagazione
delle interazioni imposto dalla relativit� ristretta, rende il campo non
soltanto un espediente matematico ma una realt� fisica" (la frase dovrrebbe
essere pi� o meno questa).
Ecco io non sono convinto di ci�, semplicemente per una ragione filosofica
riguardante il metodo col quale cerchiamo di capire la natura che ci
circonda. Il procedimento grazie al quale giungiamo all'elaborazione di un
modello infatti, pu� secondo me essere descritto sinteticamente dividendolo
nelle seguenti fasi:

1) Individuazione delle "propriet�" o "variabili funzionali" che
caratterizzano un fenomeno (osservazione).
2) Discernimento di quali variabili influiscono su un determinato fenomeno e
quali no (astrazione-semplificazione).
3) Comprensione di come tali variabili influiscono reciprocamente
(modellizzazione preliminare)
5) Matematizzazione (modellazione definitiva suscettibile di ulteriori
verifiche sperimentali)

Ecco come si pu� notare dalla scaletta, nessun modello fisico pu�
prescindere dall'individuazione di una propriet� o se cosi' la vogliamo
chiamare, di una quantit� fisica misurabile.
Cosicch� se ci chiediamo "Ma perch� un sistema fisico si comporta cosi?"
possiamo rispondere, guarda il sistema ha queste proprieta, ed ecco come
queste grandezze fisiche interagiscono tra loro. Comunquesia dobbiamo
riferirci all'esistenza di "qualcosa".
Il concetto di campo entra in crisi se chiedo: "Ma perch� la materia deforma
lo spazio tempo?" .
In effetti, nessuno � mai riuscito a farmi capire PERCHE' una massa
"deforma" un "tessuto" spazio-temporale.
Vedete? Nel dire molto impropriamente "tessuto" si ricorre sempre a qualcosa
di esistente e misurabile.
Noto delle analogie con una domanda che mi pongo spesso "Ma cos'� una
quantit�?" � qualcosa per definizione non definibile.
Ed � per questo che penso che non potremo mai sapere se il campo � una
realt� oggettiva o no, semplicemnte perch� incappiamo nel principio di
mancanza di oggettivit� assoluta di Cartesio. E se qualcuno ricorre alla
relativit� allora ingappa nella mancanza di un principio di causalit�: "Cosa
causa questa deformazione?".
Quindi se qualcuno mi chiede "Ma il campo esiste davvero o � una
convenzione?" gli rispondo: "Boh! Sono incline a pensare, ma non ne sono
sicuro, che il campo sia soltanto un utile invenzione" :-)
Sbaglio o ho ragione?
Vi prego di chiarire questo mio dubbio.

Ringraziamenti,

Pasquale Galianni
-Studente di Fisica Universit� di Lecce
Received on Mon Jan 24 2005 - 14:57:41 CET

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