"Franco" <englishenglish_at_tin.it> wrote in message
news:qjzId.747625$35.29410151_at_news4.tin.it...
>
> Bruno Cocciaro ha scritto nel messaggio
<35fdkcF4kcq5cU1_at_individual.net>...
> Manderestri per favore qualche
> >citazione di Einstein di carattere filosofico che, a tuo avviso, andrebbe
> >bollata come "disatrosa"?
> CUT
>
>
> Ciao Bruno,
>
> come gia detto in quel thread, disastroso se paragonato ai grandi.
> I suoi sono rispettabili punti di vista, non sono "filosofia". E a
> testimonianza di questo, Einstein NON si � mai detto filosofo, e nessuno
> storico della filosofia lo considera come tale. Ov viamente il discorso
> sulla epistemologia � a parte ed � pi� complesso.
Non so se mi son perso qualcosa in quel thread, ma il punto in cui
intervenni io era a commento della seguente tua affermazione:
"E aggiungo che per quanto mi riguarda
considero Einstein un fisico valido finch� ha fatto fisica, mentre quando si
� occupato di religione e di filosofia � stato un vero disastro".
Riprendendo poi il tuo esempio dell'Einstein suonatore di violino ho detto
che a me pare che non si possa dire che egli sia stato un disastro quando si
e' occupato di musica se la sostanza delle sue affermazioni musicali fossero
state il notare una stecca di Paganini. Sul fatto poi che Einstein non sia
un filosofo, che nessuno lo abbia mai considerato tale (compreso lui
stesso), ho gia' detto che concordo pienamente (se non altro per il motivo
strettamente personale ricordato nell'altro thread).
Pero' le due affermazioni:
"Einstein non puo' essere considerato un filosofo"
e
"quando Einstein si e' occupato di filosofia e' stato un vero disastro"
converrai che hanno un significato diverso. La seconda, mi pare, andrebbe o
rigettata o supportata in qualche modo (da li' la mia richiesta di qualche
esempio).
E, poiche' io di filosofia, come dicevo, non ci capisco quasi mai alcunche',
in particolare non capisco quando e' un filosofo a parlare di filosofia,
pero' quando ne parla un fisico ho l'impressione di capirci un po' di piu',
ti riporto il seguente passo di Einstein (che a me pare riassuma la sostanza
di cio' che egli ha detto quando si e' occupato di filosofia, poi io non
sono certo un profondo conoscitore del tema, puo' darsi benissimo che se ne
sia occupato anche altrove toccando altri temi di cui non sono a conoscenza)
per chiederti se tale passo, a tuo avviso, va considerato disastroso o meno.
Il passo e' tratto dalla replica che Einstein manda alle osservazioni che i
diversi autori hanno mandato per la sua autobiografia scientifica (il libro
di Schilpp del 1949 che in italiano e' stato pubblicato in versione completa
dalla Einaudi nel 1958 e dalla Boringhieri in versione mutilata nel 1979).
Nel commentare il saggio di Reichenbach, Einstein immagina un dialogo fra lo
stesso e Poincare', dialogo che poco dopo, per il rispetto verso "le
superiori qualita' di Poincare', come pensatore e scrittore" (parole che, mi
pare, mostrano come il giudizio di Einstein su Poincare' si sia modificato
negli anni) si trasforma in un dialogo fra Reichenbach e un anonimo "non
positivista" (che farebbe le veci di Poincare' e che sembrerebbe esprimere
le opinioni dello stesso Einstein). Ad un certo punto, Einstein mette in
bocca al "non positivista" le seguenti parole:
"A me pare, inoltre, che tu non abbia reso giustizia alcuna ai risultati
filosofici realmente importanti di Kant. Kant ha imparato da Hume che vi
sono concetti (come, ad esempio, quello della connessione causale) i quali
hanno una posizione dominante nel nostro pensiero, e che tuttavia non
possono essere dedotti attraverso processo logico dal dato empirico (fatto,
questo, che molti empiristi riconoscono, e' vero, ma che sembrano
dimenticare continuamente). Che cosa significa l'uso di tali concetti?
Supponiamo ch'egli avesso risposto in questo modo: Il pensiero e' necessario
per poter capire il dato empirico, e i concetti e le "categorie" sono
necessarie come elementi indispensabili del pensiero. Se egli si fosse
accontentato di dare una risposta di questo genere, avrebbe evitato lo
scetticismo e tu non avresti potuto trovare in lui alcun difetto. Ma egli fu
portato fuori strada dalla falsa opinione - difficile da evitare ai suoi
tempi - che la geometria euclidea fosse necessaria al pensiero e fornisse
una conoscenza certa (cioe' indipendente dall'sperienza sensoriale) sugli
oggetti della percezione "esterna". Da questo errore facilmente
comprensibile egli dedusse l'esistena di giudizi sintetici a priori,
prodotti dalla sola ragione, e suscettibili, per consguenza, di pretendere
l'assoluta validita'. Io penso che la tua critica sia diretta non tanto
contro Kant in persona, quanto contro coloro che ancora oggi condividono gli
errori dei "giudizi sintetici a priori" ". Tratto da A. Einstein
"Autobiografia scientifica" Boringhieri 1979, pag 221-222.
Qui, mi pare, Einstein si sta occupando di filosofia e fa notare una
"stecca" (comprensibile) di Kant e precisa quali sono, a suo avviso, i
risultati filosofici realmente importanti dello stesso (almeno quelli
concernenti l'oggetto in questione).
Tu ritieni che si possa considerare "un vero disastro" il passo sopra
riportato?
Poi certo e' chiaro che un conto e' suonare una sinfonia, tutto altro conto
e' dire che in quel dato passaggio di quella data sinfonia c'e' stata una
stecca.
[...]
> Per quanto riguarda il libro. Se non ti avessi detto che lo avevo visto,
> probabilmente avresti aspettato altri 3 mesi, e avrebbero esaurito(il
> centenario) anche questa ristampa a cui tu giustamente tenevi.
Ahh sicuramente avrei aspettato ancora chissa' quanto :-). Pensa tu che
avevo anche scritto alla Boringhieri dicendo "ma non lo ristampate nemmeno
in occasione del centenario"? Invece lo avevano gia' ristampato.
> Franco
Ciao
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Sun Jan 23 2005 - 12:29:56 CET