Cosa ne pensate?
INVERSIONE DEL CAMPO MAGNETICO TERRESTRE
Il vero mistero legato al campo magnetico terrestre riguarda la sua
incostanza nel corso del tempo.
Per motivi che non sono ancora stati del tutto chiariti, a distanza di
migliaia o centinaia di migliaia di anni i poli magnetici della Terra si
invertono, con conseguenze che ovviamente non sono esplicabili se non in via
teorica.
Gli studi condotti sul paleomagnetismo, che riguarda l'analisi del
magnetismo delle rocce di cui si trova traccia da milioni di anni a questa
parte, hanno permesso di chiarire che sulla Terra si sono alternati periodi
di polarit� normale con periodi di polarit� inversa.
Questi periodi vengono definiti "epoche magnetiche". Infatti le rocce
contengono minerali magnetici (ossido di ferro) le cui particelle, durante
il raffreddamento, si orientano secondo il magnetismo terrestre. Perci�,
esaminando il magnetismo degli strati di lava che si sono depositati e
raffreddati in epoche diverse, � stato possibile ricostruire l'andamento nel
tempo del campo magnetico del pianeta.
Alcuni scienziati ritengono, sulla base dei dati in possesso, sia possibile
affermare che i poli magnetici della Terra si siano invertiti oltre una
decina di volte negli ultimi 30 milioni di anni, probabilmente non con una
frequenza precisa ma all'incirca ogni 300 mila anni.
L'ultima inversione si sarebbe verificata circa 780 mila anni fa, anche se
non tutta la comunit� scientifica � d'accordo sulla datazione di questi
eventi epocali.
Gli studi condotti nel XX secolo sul magnetismo terrestre hanno permesso di
calcolare che nell'ultimo secolo il campo magnetico della Terra si � ridotto
del 10%.
Recentemente lo scienziato americano G. Glatzmaier ha affermato che l'indebolimento
del campo magnetico terrestre non comporta necessariamente la sua prossima
inversione, anche perch� questo sarebbe in media quasi il doppio rispetto
alla media dell'ultimo milione di anni.
Studiando i modelli matematici della struttura interna della Terra, in cui
si considera il nucleo solido e lo strato di ferro allo stato liquido che lo
avvolge (i cui movimenti generano, per effetto dinamo, il campo magnetico
terrestre) e approntando opportune equazioni magnetoidrodinamiche,
Glatzmaier e P. Roberts hanno predisposto dei programmi di simulazione della
struttura interna della Terra e delle interazioni tra i fluidi conduttivi e
il campo magnetico. In tal modo hanno simulato, con diverse prove, il
riscaldamento e una variazione nei movimenti interni del profondo strato di
metallo liquido in cui si genera il campo magnetico, per verificare quali
conseguenze potrebbero esservi nel campo magnetico terrestre.
Con migliaia di prove Glatzmaier e Roberts sono giunti alla conclusione che
le turbolenze interne dello strato generante il campo magnetico provocano
dei cambiamenti che possono essere ritenuti "normali".
Durante queste prove di simulazione si � potuto verificare che l'agitazione
dello strato di metallo liquido che avvolge il nucleo terrestre comporta una
serie di modifiche al campo magnetico terrestre; questo aumenta o diminuisce
a seconda dei casi, i poli magnetici si spostano e in alcuni casi si
invertono.
Secondo i due scienziati americani queste inversioni richiedono alcune
migliaia di anni per completarsi e, a differenza di quello che si pensava,
non comportano l'azzeramento del campo magnetico ma una sua modifica.
Durante le inversioni dei poli il campo magnetico non scompare ma modifica
la sua struttura e diventa pi� complesso. Le sue linee di forza in
prossimit� della superficie terrestre tendono a divenire aggrovigliate e i
poli magnetici si spostano prima di completare l'inversione.
Gli scienziati ritengono dunque che in tale evento epocale non vi sia l'azzeramento
del campo magnetico ma questo continui ad esistere anche se con
caratteristiche che, come abbiamo visto, sono diverse dai periodi di
polarit� normale.
Anche se ci muoviamo nell'ambito delle ipotesi, perch� pur sempre di ipotesi
si tratta, gli studi di Glitzmaier e Roberts dimostrerebbero che l'inversione
dei poli magnetici non dovrebbe avere conseguenze devastanti per la vita
sulla Terra, anche perch� darebbero ragione del fatto che se anche ci
fossero state almeno due inversioni nell'ultimo milione di anni, la razza
umana non si � estinta, anche se forse � giunta prossima all'estinzione
diverse volte con gli effetti delle glaciazioni.
Tutto questo per� rimane confinato nell'ambito delle ipotesi perch� gli
studi condotti dagli scienziati hanno messo in luce gli effetti delle
variazioni del campo magnetico terrestre a causa della rotazione terrestre e
dei movimenti interni della Terra che provocano il meccanismo di geodinamo,
ma queste ipotesi devono tenere conto anche dei dati di osservazione
scientifica che possono essere molto pi� esaustivi rispetto a qualunque
ipotesi accademica.
In questi ultimi anni il contributo della comunit� scientifica
internazionale sul campo magnetico terrestre � cresciuto notevolmente anche
perch� si � notevolmente incrementato il dibattito sulla sua possibile
inversione.
Possiamo citare tra tutti la testimonianza del Responsabile delle ricerche
sul geomagnetismo dell'Istituto nazionale di Geofisica, Angelo De Santis,
nonch� collaboratore dell'ESA (L'Agenzia spaziale europea) per il progetto
Swarm, che prevede la messa in orbita entro il 2009 di tre satelliti che
dovrebbero permettere nuove ricerche sul campo magnetico terrestre, secondo
cui l'inversione dei poli magnetici potrebbe avere determinati effetti sulla
vita umana e del mondo animale.
Tale fenomeno infatti porterebbe la Terra ad avere una minore schermatura
contro il vento solare e questo potrebbe comportare un assottigliamento
dello strato di ozono e una maggiore penetrazione delle radiazioni
ultraviolette che determinerebbe un aumento delle malattie tumorali per gli
esseri umani.
Il fenomeno potrebbe avere anche effetti sulle specie animali che impiegano
il campo magnetico per il proprio orientamento (le balene, le tartarughe,
alcune specie di uccelli migratori).
De Santis ritiene che le cause della possibile inversione del campo
magnetico terrestre possano essere ricercate proprio nei moti turbolenti che
si verificano nello strato fluido metallico che sovrasta il nucleo solido
del pianeta, con una sorta di meccanismo di geodinamo "autoalimentato" che
originerebbe nuovi flussi di campo magnetico.
Le energie che alimentano questi moti turbolenti sarebbero legate al moto di
rotazione del pianeta e probabilmente al processo di accrescimento del
nucleo solido.
Resta il fatto che, mentre una parte della comunit� scientifica appare pi�
ottimista, altri studiosi sembrano ipotizzare una possibile inversione del
campo magnetico in tempi relativamente brevi.
De Santis punta il dito contro l'aumento di velocit� del fenomeno di
spostamento dei poli magnetici che, in via teorica, richiederebbe migliaia
di anni per il completamento dell'inversione, ma che nella dinamica attuale
fa supporre un'inversione di polarit� in tempi "rapidi".
Si parla di un'inversione che si potrebbe compiere in circa duemila anni.
Negli ultimi anni questa ipotesi � stata suffragata dagli studi condotti
dagli scienziati europei e americani sui dati raccolti dai satelliti negli
ultimi 20 anni.
Nel 2002, per esempio, Gauthier Hulot, dell'"Istituto di Fisica della Terra"
di Parigi, confrontando i dati raccolti dal satellite Oersted con i dati
raccolti vent'anni fa dal Magsat, ha individuato alcuni punti di flusso
invertito in due zone a confine fra il Mantello e il Nucleo.
In particolare uno � stato individuato sotto le regioni dell'estrema punta
meridionale dell'Africa, ed � stato osservato che in quel punto il campo
magnetico punta verso il centro della Terra, anzich� verso il polo sud
magnetico.
Un'altra zona � stata individuata nelle regioni attorno al polo nord, con
caratteristiche inverse rispetto al precedente.
Secondo lo staff di Hulot queste scoperte potrebbero spiegare il progressivo
indebolimento del campo magnetico terrestre negli ultimi 150 anni.
Ci� che � sicuro per la comunit� scientifica � che nel passato, come
dimostrato dagli studi di paleomagnetismo, il campo magnetico ha subito, con
una frequenza non regolare periodiche inversioni della sua polarit� e questo
fenomeno continuer� a verificarsi anche in futuro.
Recentemente il geologo americano Brad Clement, dell'Universit� della
Florida, ha pubblicato uno studio sulla rivista scientifica Nature in cui
illustra le sue recenti scoperte sull'inversione del campo magnetico. Gli
studi da lui condotti hanno portato a supporre che il campo magnetico
terrestre si invertirebbe in pochi migliaia di anni alle basse latitudini
mentre richiederebbe circa 10.000 anni per l'inversione alle latitudini
elevate.
Le ipotesi messe in campo dagli studiosi si accavallano e si susseguono le
une alle altre anche se non hanno ancora permesso di fare piena luce su
quelli che siano i tempi, pi� o meno rapidi, di questo fenomeno. Comunque la
comunit� scientifica sembra comunemente nell'essere in accordo sul fatto che
i dati in possesso sullo spostamento dei poli nella dinamica attuale possa
comportare nel giro di poche migliaia di anni il ripetersi del fenomeno dell'inversione
dei poli magnetici, anche se non vi � accordo sui rischi che questo fenomeno
possa comportare per la vita sulla Terra, come un incremento dell'attivit�
sismica e vulcanica i cui effetti potrebbero essere notevoli e sconvolgenti.
Abbiamo gi� messo in luce in un altro articolo lo strano fenomeno dell'incremento
dell'attivit� sismica che sembra notarsi da alcuni anni a questa parte su
scala planetaria, per il quale si potrebbe ipotizzare un nesso con i futuri
cambiamenti cui andr� incontro il campo magnetico della Terra.
Ovviamente la comunit� scientifica fa quadrato su questo argomento perch�
ritiene che l'andamento dell'attivit� sismica sia da ritenere normale negli
ultimi anni, per cui non vi sarebbero rischi particolari legati alle
dinamiche del campo magnetico.
Sono ancora molti, comunque, i misteri su questa forza invisibile che regna
sovrana.
Received on Wed Jan 12 2005 - 23:53:06 CET
This archive was generated by hypermail 2.3.0
: Fri Nov 08 2024 - 05:10:21 CET