Red-shift gravitazionale

From: Michele Andreoli <m.andreoli_at_tin.it>
Date: Sun, 16 Jan 2005 09:31:52 GMT

In base alla teoria, la frequenza f di un fotone che si allontana
verticalmente dalla superficie terrestre di una distanza "dz"
dovrebbe diminure di una quantita' data da df/f=-gdz/c^2. Questa
formula si puo' dedurre a partire dal Principio di Equivalenza e
chissa' in quanti altri modi "corretti".

Ma si puo' anche dedurre "scorrettamente", col classico ragionamento
di attribuire al fotone una massa in base alle relazioni
energia-frequenza-massa (E=hf, E=mc^2, etc)).
Secondo questo ragionamento, il fotone perderebbe un' energia dE pari
al lavoro fatto per salire nel campo gravitazionale (-m*g*dz); posto
m=hf/c^2, si avrebbe dE=-hf/c^2 dz, da cui la relazione
df/f=-gdz/c^2.

Quello che mi chiedo e' il seguente: come mai, benche' concettualmente
errato, il metodo porta allo stesso risultato? Forse perche' e', in
fondo, una specie di argomento dimensionale (e dunque un eventuale
fattore 2/5 lo avremmo perso), o c'e' qualcosa di piu' profondo?

Michele
-- 
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Received on Sun Jan 16 2005 - 10:31:52 CET

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