Re: Alla velocità della luce

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Mon, 20 Dec 2004 20:54:50 +0100

dumbo ha scritto:
> E' la stessa situazione di due persone A e B in quiete relativa
> in punti con diverso potenziale di gravit�. Se A dice:
> " vedo B invecchiare pi� in fretta di me" , B dice
> " vedo A invecchiare pi� lentamente di me ".
> Non c'� simmetria. Quanto alla "frequenza maggiore",
> spiego dopo.
Beh che sia la stessa situazione e' ovvio.
Ma e' il linguaggio che non capisco, e mi pare arbitrario.
La sola cosa che puoi dire e' che certi segnali che risultano partiti
a una certa distanza temporale, risultano arrivare a distanza diversa.
Ma sai bene quello che voglio dire, e non occorre che mi spieghi di
piu'.
Il punto e' che quando si parla di orologi che accelerano o rallentano
secondo me si trae una conclusione arbitraria (pero' vedi dopo su
questo punto).
Quando invece si parla di tempo che scorre piu' lento o piu' veloce,
si dice una cosa secondo me del tutto senza senso.

> ...
> Non vedo risposta se non uscendo dalla pura cinematica
> e introducendo un ingrediente dinamico: le forse inerziali
> sull' astronave.
Questo e' pacifico: anche lasciando da parte le forze, i due
riferimenti non sono equivalenti.
Perche' dovrebbero esserlo? Chi l'ha detto?
Non a caso insisto sempre che anche il semplice pr. di rel. dalla RR
non ha niente di "a priori": e' vero, ma potrebbe anche essere falso.
E' l'esperienza che ci dice come stanno le cose.
Nel caso di rif. in modo relativo accelerato, l'equivalenza *non c'e'*.
Punto e basta.

> ...
> Poi, cUpY voleva sapere cosa concretamente vedono i
> due gemelli guardandosi ininterrottamente durante il
> viaggio:
Il problema e' che quando si comincia a parlare di "che cosa vedono"
non si puo' prescindere dai segnali e dal modo come si propagano,
quindi dalle proprieta' geonetriche dello spazio-tempo.
Ho gia' fatto l'esempio della distanza tra due meridiani.

> Ma cUpY, da quanto ho capito, non riusciva a credere che
> potesse capitare una cosa del genere, visto che secondo lui
> non poteva esserci una dissimmetria nel processo di invecchiamento
> dei gemelli,
Questa e' una resistenza psicologica perfettamente naturale: siamo
tutti, da secoli, abituati al tempo assoluto.
Secondo me non esistono "spiegazioni": si puo' solo dire "fai
l'esperimento e guarda che cosa succede".
E se quello che sucede ti sembra assurdo, vuol dire che devi imparare
a ragionare diversamente da come hai ragionato finora.
Il mondo e' piu' complicato di come credevi.

> Se alla fine unisco i due orologi e li confronto trovo una reale
> mancanza di sincronia, cio� uno dei due � realmente in ritardo
> sull'altro, dunque perch� non posso parlare di rallentamento?
Perche' si puo' spiegare in altro modo: con la diversa lunghezza delle
linee orarie.

> ...
> In altre parole: che differenza
> c'� tra il parlare di "frequenza di segnali" o di "frequenza
> di orologi" ? Io non ne vedo.
Mi debbo ripetere?
C'e' la stessa differenza che c'e' tra il dire
a) quando mi sposto dall'equatore verso nord il mio metro si allunga
oppure
b) quando vado verso nord i meridiani si avvicinano.

> ora spero di essermi spiegato: si pu� tranquillamente
> scegliere (almeno finch� non si va in cosmologia) tra il dire:
> " lo spaziotempo � curvo, e i regoli e gli orologi non sono
> influenzati dalla gravit�" e il dire " lo spaziotempo � piatto
> e la gravit� deforma i regoli e rallenta gli orologi " .
OK. Questa e' una posizione convenzionalista, che come ben sappiamo e'
nata con Poincare', circa un secolo fa.

Che cosa ha che non va questa posizione?
A mio parere questo: che mentre la scelta "spazio-tempo curvo" produce
una teoria precisa, matematicamente sviluppata e capace di previsioni
verificabili, l'altra scelta e' vaga, e non l'ho mai vista tradotta in
una forma teorica precisa e chiara.
Per dirlo in modo piu' brutale: sono equivalenti solo al livello
verbale.

> ...
> resta il fatto innegabile, oggettivo, e al di l� di ogni
> convenzione, che se dalla pianura guardo con un binocolo un
> orologio sulla cima di un monte, lo vedo ticchettare con
> frequenza maggiore del mio orologio, e in questo senso parlavo
> di " battere il tempo con frequenza maggiore ".
Il fatto e' innegabile e oggettivo.
Pero' il modo come lo descrivi non e' affatto neutro.
Vedi sopra.

> Mi sembra una situazione analoga a quella della gravit�
> (il che non sorprende dato il principio di equivalenza):
> il valore numerico della mancanza di sincronia degli
> orologi non � determinato dall'intensit� del campo ma dalla
> differenza di potenziale, per� � necessario che il campo
> sia diverso da zero perch� il fenomeno ci sia.
Un altro difetto di questo approccio e' che lo puoi reggere solo al
limite di campo debole.
Anche il semplice redshift gravitazionale dalla superficie di una
stella a grande distanza non torna quantitativamente, se la stella e'
piccola (stella di neutroni, per es.).
Torna qui la differenza fra i due approcci in termini di fecondita'
della costruzione che ne puoi ricavare.
                                        

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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Mon Dec 20 2004 - 20:54:50 CET

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