"Tetis" <gianmarco100_at_inwind.it> wrote in message
news:155Z185Z41Z100Y1103197383X32162_at_usenet.libero.it...
> Devo necessariamente rispondere antologicamente alle tue
> lettere. Troppo lunghe per essere considerate nella loro
> interezza.
Eh si', me ne rendo conto. Mi sforzo (con scarsissimi risultati
evidentemente) di essere sintetico, e proprio per questo sorvolo su diversi
aspetti (gli aspetti sui quali ti dicevo che avrei piacere di riprendere il
discorso una volta chiusa la questione originale).
> Da una parte inizi proponendo di discutere il punto iniziale poi per� ti
> lanci in una discussione differente.
Ecco, e' proprio a seguito di considerazioni come questa che ho
l'impressione che si stia continuando nel reciproco fraintendimento (cioe' a
me pare di essere io a tenermi sempre fermo al punto e pare che sia tu
invece a spostare il discorso altrove).
Tuttavia ritengo interessante continuare intanto perche' ho voglia di capire
(quando c'e' un fraintendimento potrebbe si' essere che sia tu a non
comprendere me ma potrebbe anche essere vero l'opposto o anche entrambe le
cose: in due casi su tre avrei io da capire la tua posizione che starei
fraintendendo), ma poi perche' mi pare interessante la questione. Mi
parrebbe di interesse comune, anche se temo che ormai la piu' parte degli
utenti sia stufa di questa che potrebbe sembrare una pura querelle fra noi
due. Ovvio che a me pare interessante la questione che pongo io (non potrei
certo esprimere alcun giudizio sulle questioni che poni tu e che io starei
fraintendendo).
Per poterci "sbloccare" avrei pensato ad una sorta di "verifica
sperimentale".
Avrei trovato una domanda alla quale se rispondi "Si'" risultera' a me
chiaro che non concordi sulla sostanza di quella che per me e' sempre stata
la questione originaria, se rispondi "No" vorra' dire invece che concordi
con me.
Nel caso di tua risposta "Si'" avrei io da provare la verita' di una certa
affermazione che tu ritieni essere falsa. Nel caso di tua risposta "No" la
questione che per me e' sempre stata quella originaria si potrebbe
considerare chiusa se non per aspetti secondari sui quali si puo' benissimo
sorvolare.
Premessa:
All: "Lo vedi, arrivato in B, C vede l'orologio di B segnare un istante
maggiore di quello segnato dal proprio orologio"
Crank: "Ma siamo certi sulla bonta' della sincronizzazione?"
All: "Si' siamo certi. Si sincronizza cosi' ..."
Crank: "Ma allora e' tutto chiaro! Evidentemente la velocita' della luce
one-way non e' c. Con c chiamiamo la velocita' della luce andata-ritorno, ma
la velocita' one-way evidentemente differisce da c".
Io sostengo che a questo punto all (nella ipotesi che voglia mostrare come
unica evidenza sperimentale l'osservazione dell'orologio di B) sia preda del
cranck a meno che non affronti tutta la questione sulla convenzionalita'
della simultaneita'.
Proprio per questo propongo ad all di descrivere il fenomeno in una maniera
tale da ***non utilizzare mai*** nella propria descrizione la velocita'
della luce one-way (cioe' di non utilizzare mai enti convenzionali e di
utilizzare sempre e solo misure).
Tu, se ho ben capito, ritieni che una qualche assunzione sulla velocita' one
way della luce debba necessariamente essere fatta (il "quadro teorico" entro
il quale dobbiamo descrivere gli eventi), e poiche' tutte le assunzioni,
almeno allo stato attuale delle conoscenze fisiche, sono equivalenti, scegli
la assunzione standard. Poiche' tale assunzione ha (a tuo modo di vedere) la
stessa valenza dell'assumere la "bonta'" di un regolo campione quale che sia
la sua posizione, non ti preoccupi di discutere con all la questione (questo
era il punto nel quale dicevi a me che portando all a riflettere su tali
questioni non potevo che aumentare la sua confusione). In sostanza ritieni
che possiamo dire ad all "Tranquillo, possiamo dire che la velocita' one-way
della luce e' uguale a c, pero' e' un po' complicato capire perche' lo
possiamo dire. Se il cranck ti dice che abbiamo sbagliato in tale assunzione
ti sta dicendo una cosa che lui stesso non si rende conto avere la stessa
valenza di "sbagliamo nel misurare le distanze al polo con gli stessi regoli
che usiamo all'equatore". Ma questa assunzione sappiamo tutti che e' alla
base della geometria euclidea, le distanze (allo stato attuale delle
conoscenze) sono proprio, per assunto, cio' che si misura con i regoli".
Ora, puo' darsi benissimo che io ti stia fraintendendo. Puo' darsi cioe' che
tu non concordi con quella che io sopra avrei riportato come tua posizione.
Sta di fatto che e' quella che io ritengo aver capito essere la tua
posizione. Sta di fatto anche che io ritengo che chi avesse quella posizione
sarebbe in disaccordo con la sostanza di cio' che io sto cercando di
affermare.
Indipendente da se io ho interpretato bene la tua posizione o meno (nel qual
caso mi scuso in anticipo) ti chiederei cortesemente di rispondere alla
domanda seguente:
ritieni che sia impossibile descrivere il paradosso dei gemelli senza fare
assunzioni di alcun tipo riguardo alla velocita' della luce one-way (in
sostanza senza nemmeno nominarla mai)?
E' questa la "verifica sperimentale" di cui parlavo sopra.
Se rispondi "No", allora sulla sostanza di cio' che vorrei affermare siamo
d'accordo. Poi magari dissentiamo su questioni didattiche, ma intanto,
finalmente, risulta chiaro a me che in quello che io ritenevo essere la
questione sostanziale, siamo d'accordo.
Se rispondi "Si'", allora a me e' chiaro che non siamo d'accordo sulla
sostanza di cio' che vorrei affermare. Nel qual caso a me resterebbe l'onere
di provare la verita' della proposizione "Si puo' descrivere il paradosso
dei gemelli senza fare in alcun modo alcuna assunzione sulla velocita'
one-way della luce" (proposizione che a me parrebbe necessariamente vera in
quanto essendo il paradosso dei gemelli un fatto fisico deve poter essere
descrivibile facendo uso esclusivamente di fatti fisici (di misure) e non
facendo uso di alcuna convenzione. Permane comunque il fatto che a me
rimarrebbe l'onere di esplicitare tale descrizione e tu potresti ribattere
che nella mia descrizione, nel punto XXX, in realta' io faccio una
assunzione equivalente a quella di assumere la la velocita' della luce
one-way uguale a c. Nel qual caso io avrei imparato qualcosa.).
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Fri Dec 17 2004 - 11:32:07 CET