Re: Domanda

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Tue, 9 Nov 2004 15:05:55 +0100

"Elio Fabri" <mc8827_at_mclink.it> wrote in message
news:cme0fl$1r9e$1_at_newsreader2.mclink.it...
> Bruno Cocciaro ha scritto:
> > E con misurare la massa intendi mettere l'atomo di idrogeno in un
> > campo gravitazionale noto (campo che possiamo considerare con ottima
> > approssimazione uniforme) e misurarne la accelerazione?

Si e' evidentemente persa chissa' dove la correzione al mio intervento che
avevo mandato la mattina dopo.
Spero che questo abbia sorte migliore.

> Scusa, ma non capisco che cosa dici.
> In un campo grav. l'atomo (qualsiasi sistema) cadra' con accel. g
> (principio di equivalenza) in qualunque stato si trovi.

Forse la tua risposta era solo una maniera garbata per dirmi che l'avevo
detta grossa, ma certo che non c'era prorpio niente da capire nel mio
intervento, avevo semplicemente detto una stupidaggine (molto grossa).

> Viceversa i metodi potrebbero essere:
> a) applicare una forza nota e misurare l'accelerazione
> b) pesare il sistema su una bilancia.
>
> Di fatto il metodo 1 e' quello che si usa in uno spettrografo di massa,
> a parte che occorrerebbe una sensibilita' stratosferica per separare i
> diversi stati eccitati...

Si' si', servirebbe una sensibilita' al di la' di ogni misuratore reale
immaginabile, ma se pensiamo a misure ideali la cosa ci turba poco.
Direi che il sistema a) offra qualche vantaggio: potremmo immaginare un
atomo di Elio ionizzato, avra' anche lui i suoi bravi livelli, lo piazziamo
dentro ad un condensatore piano cosi' il valore della forza sara' noto.
L'unica misura da effettuare a questo punto consiste nel determinare la
legge oraria della componente y (fra le armature del condensatore
immaginiamo un vuoto assoluto cosi' l'atomo non interagisce con niente altro
se non con il campo elettrico costante del condensatore).
Ora questa legge oraria come la determiniamo?

Puo' darsi che sia solo una questione di lana caprina, di nessun interesse,
ma il punto e' che a me riesce proprio molto difficile parlare di enti ai
quali non riesco ad associare una qualche misura eventualmente ideale (per
lo stesso motivo ho qualche difficolta' a parlare di potenziale e^2/r dove r
e' la distanza protone elettrone, distanza sulla quale non riusciamo a
piazzare alcun regolo ne', almeno ai miei occhi, risulta chiara su tale
scala una qualsiasi altra operazione che potrebbe essere chiamata "misura di
lunghezza". A livello astonomico si pongono problemi analoghi, ma li' si
affrontano e si risolvono, cioe' in astronomia quando si dice "distanza" si
sa, a seconda delle scale, a quale operazione di misura ci si riferisce).
Capisco comunque che la mia posizione possa essere un po' troppo estrema e
forse la lettura dello stesso Bridgman potrebbe aiutarmi a stemperarla.

> Elio Fabri

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Tue Nov 09 2004 - 15:05:55 CET

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