Re: E.M. Rogers "Physics for the inquiring mind"

From: Soviet_Mario <Soviet.Mario_at_CCCP.MIR>
Date: Wed, 17 Aug 2011 13:56:26 +0200

Il 16/08/2011 10:52, gnappa ha scritto:
> Il 13/08/2011 20:52, Elio Fabri ha scritto:
>> gnappa ha scritto:
>>> Scusa la curiosita' che non c'entra con la fisica, ma come hai scelto i
>>> traduttori? Agenzie di traduzione? Conoscenti?
>> Uno ero io, altri due erano colleghi, il quarto un insegnante di liceo
>> che conoscevo bene.
>> Per inciso, la traduzione era tutt'altro che facile: bisognava
>> conoscere la fisica (e l'inglese, ovviamente) ma bisognava anche saper
>> rendere il particolare stile, molto colloquiale, di Rogers.
>>
>> Purtroppo due di loro mi tirarono il bidone che ho gia' detto.
>
> Io non ho mai capito come si esce dal circolo vizioso per cui se non hai
> esperienza nessuno ti d� fiducia, e se nessuno ti d� fiducia non puoi
> fare esperienza. A meno di non conoscere qualcuno, ovviamente.
> Ma anche andare a conoscenza non mette al riparo dai bidoni... :-)

considerazione sociologica interessante, specie molto
contestualizzabile.

Credo che una societ� "sana" dovrebbe prevedere, in
qualsiasi carriera, una certa PROGRESSIVITA', una gradualit�
di competenze e richieste.

Non sei tu ad avere torto ovviamente, ma � errato in s�
dividere il mondo in due categorie : quelli che HANNO
esperienza, quelli che non l'hanno.
Se ci si accordasse, almeno convenzionalmente, su una scala
di competenze di vario livello, si potrebbe fare affidamento
che il rischio di affidare ad un tizio con abilit� di
livello X una mansione di livello X+1 � pi� che accettabile,
X+2 meno ... X+5 dovrebbe concludersi in un buco nell'acqua.
Cio�, non si deve impostare il sistema su scommesse o
raccomandazioni, ma su una capillare certificazione di
abilit� acquisite.
Se uno ha tradotto magari una tesi potrebbe avere pi� chance
di tradurre un libro di piccole dimensioni, se uno ha gi�
fatto recensioni potrebbe curare una review.

>
> A me piacerebbe fare qualche semplice traduzione per acquisire
> esperienza, e magari farla diventare un'attivit� regolare. Ma non ho
> idea di come iniziare.

sul pratico non ti so dire, ma spero di avere reso l'idea di
quale potrebbe essere una soluzione.
Il tutto non funziona sin quando questa "semplice
traduzione", l'esperienza che vorresti fare, non vedesi
riconosciuto alcun valore ufficiale. Magari potrebbe
servirti di pi� qualche certificazione linguistica standard
(tipo il First se gi� non l'hai).


Cmq so benissimo che il problema che segnali � cronico ed
endemico.

Io ho scritto dei libri (SF, Fantasy etc), ma purtroppo sono
assai voluminosi, e il ciclo ricorsivo posso declinarlo cos�
: se hai gi� venduto, ti pubblico, se non hai venduto, non
ti pubblico. Rischio imprenditoriale zero. Nessuno lo
accetta, nessuno si interessa di come graduarlo in qualche
modo. C'� chi pubblica prima piccole cose a proprie spese,
ma non ho una gran voglia n� di scrivere sciocchezze ad hoc
funzionali a fare qualche ipotetico incasso (presumibilmente
andando in rosso) n� di entrare nel meccanismo. Se sei tu
l'imprenditore, valuta tu, punto. Se non vuoi rischi, pace.

(poi ci sono quelli che per gli esordienti propongono
contratti truffa, o recensioni e correzioni di bozze
costosissime, ma su questo sorvolo)

>
>
>>
>>> E la Feltrinelli come ha scelto il traduttore?
>> Questo non me lo ricordo proprio, ma potrebbe anche essere andato
>> all'inverso.
>> Chissa' se ho ancora qualche carta che ne parla...
>>
>
> Quindi avete cominciato a tradurre il testo per poi proporlo alla casa
> editrice? O c'� stato qualche accordo precedente, prima di cominciare il
> lavoro?
>
> Grazie e ciao

ciao
Soviet_Mario
Received on Wed Aug 17 2011 - 13:56:26 CEST

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