"Enrico SMARGIASSI" <smargiassi_at_ts.infn.it> wrote in message
news:4175542C.2030308_at_ts.infn.it...
> Bruno Cocciaro wrote:
>
> > Se si', non ne segue come conseguenza necessaria che una descrizione
> > classica realistica dovrebbe ipotizzare la conservazione dell'energia
> > contenuta all'interno del contenitore di gas, cioe' che se una
descrizione
> > classica da' come risultato che tale energia non si consevra la "colpa"
non
> > e' della descrizione classica ma di noi che la abbiamo utilizzata male
dando
> > condizioni al bordo scorrette (ad esempio ipotizzando che gli atomi non
> > assorbano energia dagli urti con il contenitore)?
>
> Ok, credo di aver capito. Il problema che vedo e' che non puoi supporre
> che protoni ed elettroni siano in equilibrio termico, perche' il
> potenziale e-p non e' limitato inferiormente.
Ok, non lo e' secondo i modelli usuali, cioe', mi pare, non lo e' perche'
non sappiamo descrivere le particelle come piccole sferette "rigide" (e
quindi le descriviamo come particelle puntiformi). Pero' immagino sia
abbastanza condivisibile (e, credo, anche condivisa) l'idea che un qualsiasi
modello accettabile non puo' ritenere valido il potenziale 1/r fino a r
infinitesimi.
> Un singolo atomo percio'
> raggiungerebbe un minimo di energia, supponendo che l'elettrone fermi la
> sua caduta sulla superficie del nucleo (10^(-15) metri di raggio), solo
> dopo avere emesso qualcosa come un MeV di energia. Almeno, questo e'
> cio' che mi viene in mente ora, continuero' a pensarci.
Anche qui, volendo impedire all'elettrone di raggiungere orbite a raggi
minori del raggio del protone (a parte il fatto che l'elettrone sarebbe
ultrarelativistico a quel punto (ipotizziamo il protone fermo, l'abbiamo
"inchiodato" in un punto) e se l'elettrone lo immaginiamo come una sferetta
rigida ... un'asta rigida in moto rettilineo uniforme lo sappiamo come si
"deforma", ma una sferetta in moto circolare uniforme che fa? Ci sarebbe
anche da tenere conto del fatto che i punti della sferetta piu' vicini al
centro dell'orbita, seguendo un'orbita a raggio minore, avranno una
accelerazione diversa, verosimilmente maggiore, rispetto ai punti che si
trovano piu' lontani dal centro) si arriverebbe ad altri paradossi.
L'elettrone continua a ruotare, quindi continua ad emettere energia che non
puo' piu' essergli fornita dall'energia potenziale (il raggio non puo' piu'
diminuire), non puo' che prenderla dall'energia cinetica, cioe' l'elettrone
per emettere dovrebbe rallentare, poi se rallenta aumenta il raggio della
sua orbita, cioe' l'energia cinetica non se ne va solo in radiazione ma
anche in un incremento di energia potenziale, a quel punto l'elettrone non
e' piu' a contatto con il protone cosi' potrebbe di nuovo ricominciare a
spendere energia potenziale per mandarla in radiazione e incremento di
energia cinetica, e cosi' via. Il punto e' che tale processo non puo' in
ogni caso andare avanti all'infinito. Se inizialmente l'energia a
disposizione era finita (come si dovrebbe verosimilmente imporre, almeno
cosi' parrebbe a me) qualsiasi processo radiativo non puo' andare avanti
all'infinito (ad un certo momento finisce l'energia a disposizione, non c'e'
piu' nula da irraggiare). Tutto cio' mi pare che derivi necessariamente
dalla elettrodinamica classica con l'aggiunta della ipotesi di particelle
non puntiformi (cioe' di particelle che, nel loro riferimento, non "vedono"
attorno ad esse una energia di campo (integrale di E^2 sul volume)
infinita).
> Enrico Smargiassi
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Sun Oct 24 2004 - 15:50:56 CEST