Il giorno sabato 1 febbraio 2020 21:30:02 UTC+1, Elio Fabri ha scritto:
> Oltre 4 anni fa, sulla spinta dell'affaire DPG/KPK, avevo cominciato a
> scrivere un articolo, intitolato
> "Tensione di una corda, corrente di quantità di moto ... di che cosa
> stiamo parlando?"
Un bell'articolo "meta-didattico" (ovvero che interviene in una discussione tra insegnanti per individuare i problemi retrostanti a una proposta didattica). Per questo pubblico di insegnanti si presenta come "la semplicità che è difficile da farsi"(*).
Didatticamente.
Inizio con una divagazione.
A metà degli anni '70 un'articolo de Le Scienze analizzava modellini trasparenti di cattedrali con la luce polarizzata, mettendone in luce la distribuzione della tensione sfruttando la fotoelasticità, un po' come fanno su
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbidU2848211726580&id#6492393362165 .
Ho provato a farlo anch'io in classe, con i cucchiaini trasparenti del caffè.
Mi piacerebbe trovare una più chiara connessione tra questa analisi e quanto descritto nell'articolo.
Fine divagazione.
In effetti la forza, spesso applicata al baricentro di un corpo, è un oggetto utile, ma generico e astratto, rispetto alla densità di corrente di quantità di moto ddcqm (mancano due "d" all'acronimo...) e anche alla più complessiva cqm.
Forse per studiare l'efficacia di questa trattazione inizierei con tre cubetti appoggiati al suolo: ddc qm "entrante" (/"uscente") dal suolo e distribuita in maniera "abbastanza" omogenea tra i punti di contatto (i bordi? mah!).
Poi taglio diagonalmente i cubetti laterali, spostando le parti tagliate sopra i "mezzi cubetti" restanti, in modo da formare in sezione due parallelogrammi.
Cosa succede della ddc qm, cosa della cqm? Beh, la corrente di qm sarà uguale ma la sua densità nella zona di contatto cambia, aumenta.
Ho un piccolo problema a spiegare perché la densità aumenti, specialmente se la direzione scelta è dal suolo: siamo così abituati a fare il contrario... Più facile se parlo di pressione.
Comunque qui la direzione della ddc varia notevolmente: i cubetti "deformati" non comunicano con il suolo ma con due facce laterali del cubetto centrale; ecco che posso individuare delle linee che cambiano direzione.
Ohimé, mi verrebbe da dire "... e che si addensano in alcune parti", ma qualche anno fa sono stato bacchettato sulla densità delle linee di forza...
Ci sono sforzi di taglio (e qui il collegamento con la divagazione precedente) e solo la simmetria impedisce a cubetti di ruotare...
Mhh... e se tenessi integro un cubetto laterale e deformassi gli altri due in modo che solo quello laterale indeformato poggiasse a terra... ovviamente l'aggeggio ruota. Che succede della ddc di qm e della cqm?
Ecco i problemi didattici che mi porrei, se insegnassi ancora.
Amato da uno studente e odiato da altri ventiquattro. Con l'esame di maturità in cui i miei studenti si presenterebbero senza "forze" e pieni di ddc di qm.
Tuttavia la materia acquista più concretezza e l'apertura mentale verso il comportamento dei materiali magari porterebbe qualcuno su una strada utile alla scienza e al nostro Paese.
Senza esagerare.
Furio
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(*) Uso una frase di Brecht molto... fuori contesto...
Received on Sun Feb 02 2020 - 23:58:20 CET