Il giorno venerdì 24 gennaio 2020 21:18:02 UTC+1, Elio Fabri ha scritto:
>(...)
Sto ancora rileggendo il tuo documento e riconsiderando i miei errori di interpretazione.
Per chiarirmi le idee, invece che lavorare su una dimensione, preferisco immaginare il caso di due dimensioni, caso in cui di solito si rappresenta il tensore attraverso una immagine simile alla seguente:
https://www.scuolefvg.org/doc/TensoreSforzi02.png .
I valori degli sforzi sono espressi nei diversi documenti con una unità di misura dimensionalmente uguale a quella della pressione.
Nel tuo scritto si dice che questo tensore (in realtà da rappresentare in 3D) corrisponde alla densità di corrente della quantità di moto, mente la corrente di qdm è un vettore (la Forza) .
Posso quindi rappresentare un campo tensoriale associando ad ogni punto un tensore come quello in figura TensoreSforzi02.png .
L'analogia del paragrafo 10." Il problema del trasporto" sembra affermare che il trasporto della qdm avviene "attraverso" tale campo, che non ha una direzione precisa.
Ma quale circuito scegliere?
Se ad esempio prendo in considerazione un corpo a forma di "T" maiuscola, piantato al suolo, devo immaginare forse un circuito che dal suolo risale al ramo sinistro della "T", prosegue a destra e poi "si scarica" al suolo attraverso la base della "T", completando in seguito il ciclo.
Per andare dal ramo sinistro all'asse della "T" si deve girare con un certo angolo, per cui si verificano sforzi di taglio (con le Forze risulta maturale, si tratta di una "mensola").
Se fosse così, sulla parte inferiore della "T" gli sforzi verticali sarebbero maggiori (maggiore ddc di qdm), comportando una maggiore pressione.
(Mi è più facile capire cosa avvenga a livello di strain, con compressioni e deformazioni anche laterali, ma lo stress è comunque collegato e forse più semplice: in questo caso siamo in quiete).
In questo caso 2D che caratteristiche ha il tensore associato ai punti esterni al solido?
Lo devo immaginare come una "tensione" verticale?
Come collego i punti esterni al solido con quelli interni? Con l'equazione di continuità?
Ho fatto di nuovo confusione?
Mi scuso.
Forse queste cose dovrei saperle, avendo studiato Fisica, eppure - onestamente - mi trovo in difficoltà.
Resta un ultimo dubbio, forse meno consistente: come rappresentare il corpo in caduta libera, in cui la qdm aumenta?
Grazie comunque per gli stimoli positivi.
Furio Petrossi
Received on Thu Feb 13 2020 - 20:41:59 CET