(wrong string) � della luce

From: Doctor Darc <doc.darc_at_tele2.it>
Date: Sun, 12 Sep 2004 16:58:24 GMT

> [Elio Fabri] Tutta la vostra discussione e' viziata da un difetto ...
> fondamentale: che se assumete la possibilita' di variazione di qualche
> costante fondamentale, non potete procedere a tentoni per capire gli
> effetti che produrrebbe. Occorre costruire una teoria organica che
> incorpori questa variazione e faccia previsioni su effetti
> osservabili.

  Ma certo. Se pi greco un giorno lo misuriamo e vale 3.0, stiamo
  vivendo in un universo distorto o tutti i cerchi sono improvvisamente
  diventati esagoni? Non possiamo cambiare il valore di una costante e
  chiederci cosa succede senza prima avere una visione chiara del
  significato di quella costante, delle conseguenze del suo nuovo valore
  e della sua relazione con tutti gli altri aspetti della questione. In
  breve bisogna prima creare una buona teoria fisica, altrimenti non
  possiamo neanche sapere bene cosa stiamo osservando. Quando la
  velocit� della luce � stata misurata per la prima volta (1676) nessuno
  poteva immaginare che quello era il primo tentativo di misura di una
  costante universale mai realizzato dall'uomo. La velocit� della luce
  (per non parlare della sua costanza) non era alla base di nessuna
  teoria fisica e agli scienziati dell'epoca poteva importare s� e no
  quanto la determinazione della velocit� del suono nel ferro. Ora
  sappiamo (ma forse sarebbe meglio dire "per il momento crediamo") che
  la velocit� della luce abbia una grandissima rilevanza nel rendere
  l'universo fisico quello che �, ma questo � avvenuto solo dopo che un
  ventiseienne oscuro impiegato di un ufficio brevetti svizzero ha
  pensato che se la velocit� della luce fosse rimasta costante per
  qualsiasi osservatore indipendentemente dalla sua velocit�, si
  sarebbero dovuti osservare degli effetti fisici molto ma molto
  strani...

  Per essere di una qualsiasi rilevanza un elemento fisico deve produrre
  effetti misurabili e distinguibili da quelli di tutti gli altri
  elementi fisici. Una teoria fisica deve includere tutti gli elementi
  fisici osservabili e spiegarne le reciproche interazioni senza
  lasciare zone d'ombra (deve giustificare e prevedere correttamente i
  risultati di qualsiasi esperimento concepibile) ma in questo difficile
  compito � legittimata a produrre enti virtuali che giustifichino
  almeno in parte le sue affermazioni.(*) Perch� una nuova teoria possa
  affermarsi deve inoltre esprimere almeno un esperimento cruciale, cio�
  un esperimento che darebbe risultati diversi da quelli della teoria
  corrente. Quando Michelson e Morley hanno fatto il loro celebre
  esperimento non hanno lo fatto per determinare ancora meglio la
  velocit� della luce che gi� si conosceva benissimo, ma perch� quello
  era il determinante banco di prova per la nuova teoria relativistica.
  Se fosse fallito nessuno avrebbe mai sentito parlare di Relativit�,
  forse avremmo tutti parlato di Assolutismo e gli esperimenti pi� in
  voga al momento sarebbero stati la localizzazione dell'esatto Centro
  dell'Universo o della velocit� della nostra galassia rispetto ad
  esso... Ma se mio nonno aveva le ruote allora era un carretto.


  Doctor Darc

  (*) Mi riferisco per esempio ai campi, gli oggetti teorici che
  veicolano le forze e le radiazioni fisiche. Li chiamo virtuali perch�
  � possibile osservare solo le loro manifestazioni (forze e radiazioni)
  e non � possibile dire nulla di sensato sulla loro reale natura,
  costituzione e perfino esistenza. Non sto dicendo che non esistono,
  nessuno potr� mai dire se esistono o no, sto solo dicendo che un modo
  ancora pi� corretto di interpretare gli stessi fenomeni (forze e
  radiazioni) sar� quello di usare il concetto di superstringa
  iperdimensionale definita dalle equazioni trascendenti di Stromberg,
  uno spazzino tedesco che nascer� nel 2043. ;)
Received on Sun Sep 12 2004 - 18:58:24 CEST

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