Re: Una questione su "QED", di R. Feynman

From: lux <lux_at_hacari.org>
Date: Wed, 08 Sep 2004 00:30:03 GMT

Michele Andreoli wrote:

> Mi sto leggendo il piccolo libro "QED, La strana teoria della luce e
> della materia", di Feynman, e ho alcune perplessita' che spero
> qualcuno possa chiarirmi.

leggo questa bella discussione un po' in ritardo, e le questioni
affrontate sono troppo interessanti per non dire qualcosa.

> (Interpretazione I1) La tecnica delle "freccette" e' destinato a
> mimare il concetto di path integral, di cui Feynman stesso e' autore?
> Queste "freccette" sono i numeri complessi corrispondenti alle fasi
> exp(i/h*S), dove S e' l'azione (l'iconale) per il percorso ottico?
> ...
> Feynman potrebbe anche voler intendere che sta
> sommando le onde sferiche del tipo exp(ikr)/r, per ogni sorgente che
> diffonde, cosi' come si fa quando si tratta la diffrazione di Fresnel
> o di Fraunhofer (Interpretazione I2), e si dice che 1/r e' circa lo
> stesso per tutti i raggi (principio di Huygens).

l'interpretazione corretta e' la I2 a mio parere. ti puoi chiarire le
idee sulla visione di fey leggendo le sue lezioni di meccanica
quantistica dove lui dice che

"l'ampiezza di probabilita' per un fotone di energia definita di andare
dal punto 1 al punto 2 dello spazio" = F(2,1) = cost esp(ikr)/r

dove r e' la distanza fra i due punti;

F(2,1) altro non e' che la funzione di green dell'equazione poisson ad
energia fissata, e qui sarebbe bene farsi il conto!
se la si vuole vedere come dice elio in termini dell'operatore di
evoluzione temporale, la cosa si complica, perche' a meno di non passare
per la seconda quantizzazione cosa sarebbe U nel suddetto caso?
se ricordo fey dice che il modulo di F(2,1) dipende dalla distanza, ma
che per i calcoli lui deve fare non e' importante. piu' avanti da' anche
la formula per F(t2,x2|t1,x1) = 1/(x^2 - t^2), dove (t,x) e' un punto
dello spazio tempo, e quindi e' ancor piu' evidente che lui si riferisce
alle funzioni di green.

> Ma l'obiettivo di Feynman e' far vedere che il moto dei fotoni
> ubbidisce all'elettrodinamica *quantistica*, il che concorderebbe con
> (I1): sappiamo che la formulazione a path integrals e' equivalente
> alle formulazioni quantistiche tradizionali.
> Invece (I2) non mi sembra uscire dagli schemi della fisica
> non-quantistica: equazioni classiche di Maxwell, potenziali
> ritardati, sovrapposizione di onde, etc.

infatti nello schema a una particella la matematica delle equazioni di
maxwell ti basta per fare tutto, quello che cambia e' solo
l'interpretazione. la differenza drastica anche a livello matematico si
ha quando di fotoni non ne ho piu' uno solo, e questo lo spiega bene fey
quando racconta la strana regola sulle particelle di bose.

coma saprai, il libro cui fai riferimento e' tratto da una serie di
lezioni tenute in nuova zelanda da fey. ti puo' interessare sapere che
si trovano i video in rete di tutte le lezioni http://www.vega.org.uk/ .
per me e' stato emozionantissimo vedere il mio eroe in "giacca e
cravatta" disegnare le freccette alla lavagna, e soprattutto rispondere
a fine lezione alle domande del pubblico. ti consiglio di vederle, sia
nel caso che tu conosca l'inglese, sia che no :-)
Received on Wed Sep 08 2004 - 02:30:03 CEST

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