Il 01 Set 2004, 17:00, xzyscp_at_yahoo.com (Maurizio) ha scritto:
> Se ho la "solita" metrica
> ds^2=c^2 dt^2 - dx^2 - dy^2 -dz^2
>
> e applico una trasformazione del tipo
> x= r cos(Q)
> y= r sin(Q)
> z= z
> q= Q - wt
>
> dove Q e' un angolo, q angolo con cui inizia la rotazione e w la velocita'
> angolare.
> Faccio le derivate di x rispetto a r e Q (cioe' dx=(Dx/Dr)dr+(Dx/DQ)dQ,
ove
> D indico derivata parziale), analogo per y, banale per z, ma poi per t
come
> mi comporto? Devo -e come?- tenere conto che w dipende anche lei da t?
> Grazie!
> Maurizo
Se w(t) � molto rapidamente variabile inevitabilmente devi
tenerne conto, e gli effetti della variazione sarebbero sempre
presenti anche a ridotte accelerazioni angolari (la luce sembra
pesare e c'� Coriolis) per fenomeni sensibili. Tutto quello che
devi considerare attentamente � quali sono le coordinate
che vuoi assumere e rispetto a cui vuoi riesprimere la metrica.
Se scegli r e Q la metrica prende la solita forma polare. Con q
e t ottieni la metrica in coordinate non inerziali (n.i.) ma r w < c.
Quindi un riferimento n.i. rotante ha significato solo locale.
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Received on Thu Sep 02 2004 - 18:39:16 CEST