Re: Gravitoni... ma a che servono?
"Elio Fabri" <mc8827_at_mclink.it> ha scritto nel messaggio
news:cg86me$pci$1_at_newsreader1.mclink.it...
> dumbo ha scritto:
> > a livello divulgativo la trovi per esempio in
>>(...) Roman Sexl & Annalore Sexl
>>Nane Bianche, Buchi Neri " (Boringhieri).
> sono andato a ricontrollarlo,
> Ho l'impressione che tu ti riferisca a quanto sta scritto a pag. 46 e
> seguenti, a proposito di "accorciamento dei regoli campione".
> Ma non mi pare la stessa cosa.
E' vero, non parla di approccio piatto (mi dispiace, ricordavo
male) ma si riferisce (senza nominarlo) al convenzionalismo di
Poincar�.
> Li' si riporta in sostanza la tesi convenzionalista di Poincare' (...)
infatti. Anche se nella frase (p. 46 , poco dopo l'inizio del
paragrafo 3)
" " dalle equazioni del campo gravitzionale di Einstein
(che sono analoghe a quelle dell'elettromagnetismo di Maxwell)
si calcola l'effetto dell'attrazione gravitazionale sugli orologi
e anche un effetto analogo sui regoli campione ""
si pu� forse (con un certo sforzo) vedere un accenno sibillino
all'approccio "piatto" , che consiste appunto nel seguire
_fedelmente_ il modello dell'elettromagnetismo (sostituendo
per� al solito potenziale tensore del primo ordine un
tensore del secondo ordine).
>> a quanto pare i due paradigmi portano agli stessi
> > risultati fisici (osservabili) quindi su base sperimentale
> > � impossibile scegliere tra i due.
> Non mi e' del tutto chiaro se questo e' sempre vero (mia ignoranza).
> Vorrei capire ad es. se le "strane" geometrie dei buchi neri rotanti e
> carichi possano venir fuori nell'approccio "piatto".
se usiamo per la teoria di Einstein il punto di vista che aveva Hertz
sulla teoria di Maxwell ( " La teoria di Maxwell consiste nelle
equazioni di Maxwell " ) credo proprio che la risposta sia s�
perch� � rigorosamente dimostrato che l'approccio piatto porta
esattamente alle equazioni di Einstein:
S. Deser : " Self - interaction and gauge invariance "
General Relativity and Gravitation vol. 1, pp. 9 - 18, anno 1970.
dunque i due approcci (curvo e piatto) sono esattamente
la stessa teoria, la RG. Per� c'� il problema della comodit�
di impiego. Sexl & Sexl scrivono a p. 47, verso la met�:
" E' pi� comune parlare in termini di spazio curvo riemanniano
perch� l'idea di questi regoli campione che si accorciano e
degli orologi che rallentano diventa oltremodo complicata
e oscura quando si tratta di dinamica, cio� di metriche
spaziotemporali dipendenti dal tempo"
mentre
Kip Thorne, " Black Holes and Time Warps "
(W.W. Norton & C, New York 1994) Cap. 11
(" what is reality? " )
trova utili entrambi gli approcci.
Dopo aver detto (p. 400)
" Is spacetime really flat (...) or is it really curved?
To a physicist like me this is an uninteresting
question because it has no physical consequences.
Both viewpoints (...) give precisely the same predictions "
aggiunge a p. 402 - 403:
"" It is extremely useful in relativity research to have
both paradigms at one's fingertips. Some problems
are solved most easily and quickly using the curved
spacetime paradigm; others, using flat spacetime.
Black holes problems (for example the discovery
that a black hole has no hair) are most amenable to
curved spacetime techinques; gravitational - wave
problems (for example, computing the waves produced
when two neutron stars orbit each other) are most
amenable to flat spacetime techniques (...) We thus are
free to use the paradigm that best suits us in any given
situation. This freedom carries power "
Saluti,
Corrado
Received on Mon Aug 23 2004 - 20:20:17 CEST
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