Re: Campo magnetico.

From: Gianmarco Bramanti <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Sun, 22 Aug 2004 13:36:00 GMT

                    Il 19 Ago 2004, 16:29, angela_at_angela.it (Angela) ha scritto:
> Il 18 Ago 2004, 16:42, rez <rez_at_rez.localhost> ha scritto:
> > On Thu, 12 Aug 2004 17:36:55 GMT, Angela wrote:

> S�, ma nel riferimento del laboratorio il filo � elettricamente neutro
> quindi E non mi
> interessa

Esatto.
 
> >
> > >Se mi metto nel riferimento della carica in moto, vedo il filo
> > >elettricamente carico per effetto
> > >della contrazione delle lunghezze, e se faccio i conti misuro una forza
> pi�
> > >alta di prima,
> > >cio� F*gamma, e considerando la dilatazione dei tempi avr� che la
> quantit�
> > >di moto �
> > >la stessa in entrambi i sistemi di riferimento.
> >
> > Nel Riferimento della carica le cariche del filo sono
> > ferme, dunque B e` assente del tutto.

> Ne sei sicuro? Secondo me B � lo stesso di prima, dato che avr� gli
> elettroni fermi
> e gli ioni positivi che si muovono con velocit� opposta a prima.

Provando a fare esegesi sospetto che per riferimento della carica il buon
rez intenda il riferimento nel quale la corrente � nulla, cio� la
quadricorrente ha solo la componente di carica. A dire la verit�, come
dicevo non c'� modo di portare a zero tutte le correnti ed anche la loro
somma con un cambio di riferimento nel caso di un filo neutro, questo
riferimento non esiste affatto perch� non c'� modo di portare un vettore
di genere spazio in un vettore di genere tempo con una trasformazione
di Lorentz, mentre questo riferimento esiste sempre se consideriamo
la corrente associata ad una specie carica concreta. D'altra parte se
consideri questa rappresentazione:

j = (rho_e gamma(u), rho_e u)+(-rho_e gamma(u),0)

e fai un boost di velocit� u annulli la j del primo addendo, ma porti a
- rho_e u/[c (1-(u/c)^2)] la corrente del secondo addendo. Quindi
la corrente � un poco pi� forte di prima. Questo puoi aspettartelo fin
da principio con un altro argomento: siccome J^2 � conservato la parte
spaziale ha modulo minimo se la parte temporale � nulla.
Quel che non si vede con questo argomento � che il segno � pure
conservato.

Quindi tutto giusto tranne il fatto che il campo magnetico � minimo nel
riferimento in cui il filo � neutro. Da notare anche che un boost laterale
non pu� causare il caricamento di un filo neutro. Anche se pu� sembrare
controintuitivo, la corrente in un filo, vista da un riferimento che si
muove
ortogonalmente al filo stesso, � parallela al filo medesimo ed � esattamente
identica anche nella componente temporale, l'unica differenza � che ora il
punto di applicazione si muove. Non di meno il boost laterale � responsabile
dell'insorgenza di campi elettrici. Siamo dunque in una situazione in cui
una configurazione stazionaria di correnti vista da un riferimento opportuno
d� luogo a campi elettrici non generati da cariche. La situazione � meno
strana di quanto possa apparire in un primo momento se pensiamo che abbiamo
gi� esperienza del fatto che una corrente variabile d� luogo a campi
elettrici.
Tuttavia � difficile dal punto di vista della considerazione di correnti se
non
tenessimo correttamente in considerazione il fatto che una carica in moto
genera non solo un campo magnetico ma anche un campo elettrico.

Altra osservazione: la componente di carica di una corrente su un filo non
pu� essere annullata per mezzo di un boost laterale. Questo � perch� il
boost laterale lascia invariata la componente trasversale al boost, mentre
cambia la componente di corrente lungo il boost che da zero passa ad un
valore diverso da zero (per via del mescolamento relativistico con la parte
temporale che in questo caso non � nulla). Se esistesse un riferimento in
cui la densit� rho' si annulla avremmo:
(rho)^2-j^2=j'^2 ma j'^2 > j^2 per l'osservazione che j' ha componente
trasversale pari a j e longitudinale diversa da j. Di conseguenza avremmo
rho^2 < 0 che � assurdo.

Sulla questione che ponevi in un altro thread, delle due sorgenti che sono
poste in accelerazione ad un certo tempo e dell'osservatore che � posto
in accelerazione ad un certo tempo. Ti ha risposto correttamente G.B.
tuttavia possiamo dare un'altra impostazione al problema nel caso
unidimensionale: se l'intero riferimento � accelerato in modo rigido
in modo che il punto zero subisca un'accelerazione in avanti che lo
porta a velocit� V dopo un tempo delta t alla fine le distanze relative
fra le luci risultano conservate e la sincronia fra gli orologi � violata.
Se
acceleri il punto zero quello che osservi � la medesima situazione.
Tuttavia i punti non cominciano obiettivamente ad accelerare tutti
simultaneamente bens� ciascuno secondo il tempo al quale si trovavano
quando hanno emesso la luce con cui vengono visti dal punto zero.
L'esigenza di una sincronizzazione ottica � legata al fatto che � l'unica
sincronizzazione indipendente dal riferimento. La difficolt� � che la
sincronizzazione ottica pu� avvenire in due modi secondo il verso di
propagazione della luce. Inoltre esistono infinite direzioni spaziali e
di conseguenza la sincronizzazione ottica non garantisce la simmetria
che in una direzione assegnata. In altre parole dubito sia possibile
costruire una situazione simmetrica per pi� di un punto per volta. Ed in
particolare la prima condizione che salta � quella della rigidit� non appena
si considera pi� di una dimensione.

Questo problema � noto ad esempio nella ricerca di un riferimento rotante.
In quel caso la sincronizzazione ottica radiale del tempo di partenza di una
accelerazione non � compatibile con una sincronizzazione ottica tangenziale,
la seconda in particolare implica l'introduzione di un punto di partenza che
non pu� essere sincronizzato con il punto immediatamente vicino. La
conseguenza � che se un anello viene posto in rotazione intorno ad un
punto con motori posti lungo tutto l'anello che sono sincronizzati da un
flash centrale si generano delle tensioni tangenziali che modificano il
raggio dell'anello ed a rigore se il sistema non ha dissipazione elastica
questo innesca delle oscillazioni. Infatti al passare del tempo il punto
in zero sente le tensioni di richiamo di una porzione sempre maggiore
di anello, se invece si ha dissipazione quello che trovi alla fine � un
raggio minore ed orologi sincronizzati rispetto al centro, ma non
rispetto al riferimento tangenziale locale.

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Received on Sun Aug 22 2004 - 15:36:00 CEST

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