Possiamo ipotizzare che il valore della velocità della luce sia stato diverso nel passato lontano.
Ipotizzo, più precisamente, che la costante che sia tale anche nel tempo non sia la velocità della luce ma il tempo di attraversamento dell’universo, e che quindi la velocità della luce dipenda dalle dimensioni dell’universo; che sia stata minore in passato e sarà maggiore in futuro, data l’espansione.
Il diametro dell’universo potrebbe oggi essere di circa 5 x 10^26 m.
La costante Ta (tempo minimo di attraversamento) sarebbe circa 2 x 10^21 secondi.
Ciò è come dire che la velocità della luce in un universo grande circa 10^10 m (dimensione presunta al momento della sintesi dei nuclei) era soltanto 0.5 x 10^-11 m/sec. Una velocità piuttosto piccola.
Mi chiedo: esiste un modo di valutare l’ipotesi?
Forse si. La quantità di moto di un fotone vale E/c.
L’energia non dipenda dalla velocità di propagazione della radiazione, ma solo dalla sua frequenza.
Con una velocità della luce di 0.5 x 10^-11 m/sec, un nucleo che emetta un fotone subisce un rinculo molto grande, cioè inizia a muoversi nella direzione opposta a quella del fotone in modo sensibile durante l’emissione.
Ciò dovrebbe avere l’effetto osservabile di “allargare” le righe dello spettro. E questo sarebbe osservabile nella luce emessa all’origine.
Può essere così?
ReBim
Received on Tue Apr 07 2020 - 10:41:39 CEST
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