Re: Spettro della luce solare
> Ma una volta che � stato visto, ha senso dire che la sua direzione
> fosse effettivamente quella?
Certo, l'hai misurato! Ovviamnete, come ogni altra misura di variabili
continue, avr� il suo grado di incertezza, ma in linea dimassima la
direzione l'hai determinata...
> Capisco quello che vuoi dire
Meno male... per poco non lo capivo neacnh'io! :-))
> ma "la ceriera" chioedeva se avesse
> senso om eno parlare di fotone come un punto materiale o come un filo
> o come un cilindo: insomma 1, 2 o 3 dimensioni!
Io mi sono limitato ad un discorso pi� specifico perch� pi� mi lancio su
affermazioni generiche e pi� aumentano le probabilit� di sparare
bischerate. Ad ogni modo dato che insisti mi spingo pi� oltre...
> abbiamo, IMHO, due possibilit�:
>
> - considerare il fotone come un pacchetto d'onda (in molte
> circostanze lo si trova cos�)
> - considerarlo in qualunque altra maniera
Queste non sono due, sono _infinite_ possibilit�! :-)
> Fermiamoci alla prima rappresentazione: il pacchetto d'onde!
Ok
> La domanda sorge spontanea: ma questo pacchetto � 1-, 2-, o 3D?
> Basterebbe una E(x,t) a defiirlo o ci vuole una E(x,y,z,t)? Io
> immagino che abbia una sua "lunghezza" data dal tempo necesaario per
> emetterlo o per farlo passare interamente oltre ad un punto di
> riferimento. In altre parole: se � un treno corto di onde (cosa molto
> comoda anche per intepretarne lo spettro non "a delta" ed
> indipendente dal principio di indeterminazione, come scrive Feynman
> nel Vol. 1), allora � un'onda mono, bi o tridimensionale? Io me la
> immagino monodimensionale: ha lunghezza e basta. � come "un segmento"
> che si propaga nel vuoto (che audacia :-))
E qui probabilmetne mi attirer� le maledizioni di Elio e di chinque
altro abbia un po' di familiarit� con la MQ: secondo me, _in generale_,
il fotone � tridimensionale; infatti pensarlo come monodimensionale
significherebbe averlo "perfettaemente" localizzato lungo le direzioni
ortogonali a quella di propagazione... ma allora avrebbe lungo tali
direzioni impulso arbitrario, il che implica che tale situazione, se
anche fosse possibile, potrebbe mantenersi solo per un istante...
> Credo sia importante, anche per considerazioni energetiche. Il campo
> classico infatti, se preso solo in una dimensione ha energia uguale a
> zero, prorpio perch� l'energia totale (che � finita) deve appartenere
> ad un volume sferico (per sorgenti puntiformi) che ha come centro la
> sorgente. Quindi se consideriamo l'emnergia di un segmento o di un
> piano dobbiamo avere un valore uguale a zero. Solo se parliamo di
> volumi o volumetti allora cominciamo a ragionare con energie piccole
> quanto si vuople, ma finite.
Non so se ho ben capito quello a cui ti riferisci, ma attento a non
confonderti con gli esercizi in cui si considerano problemi bi- o
mnodimensionali: l� si lavora in uno _spazio_ bi- o monodimensionale,
oppure ci si riduce ad esso inserendo opportune simmetrie nello spazio
tridimensionale. In entrambi i casi le densit� che si trattano sono
quelle giuste (non pi� per volume, ma per ad esempio epr superficie) e i
loro integrali non fanno necessariamente 0!
> Invece io credi che il fotone come pezzo di campo possa essere visto
> come un segmento con associata energia non nulla.
>
>
> Non chiedermi il perch�!
Non te lo chiedo, ma tu potresti piuttosto chiederti che senso ha:
allora i fasci laser che usano a scopo industriale per tagliare i
materiali (e solo un esempio pittorico, la luce solare o qualunque altra
vanno benissimo lo stesso) trasportano energia nulla, dato che sono
composti da tanti fotoni ognuno a energia nulla?
Ciao
Giacomo
Received on Sat Jul 31 2004 - 19:13:55 CEST
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