Sul BigBang, Tolomeo e sul Grande Granello di Sale
La teoria del grande granello di sale
In una sperduta isola dell'oceano pacifico, un gruppo di indigeni si
interrog� a lungo su come mai il mare fosse salato.
Gli indigeni di quella isola, non avevano strumenti tecnici particolarmente
sofisticati e non avevano alcuna idea di cosa ci fosse al di la' del mare,
n� tanto meno se esso fosse finito od infinito.
Un giorno, un indigeno propose all'assemblea dei saggi un nuovo modello che
spiegava perfettamente il fenomeno: tanto tempo fa, egli disse, il mare non
era salato, e tutto il sale era concentrato in un enorme sfera di salgemma
al centro della loro isola; un giorno per�, a causa di un terremoto, il
grande cristallo rotol� fin dentro il mare, e l� lentamente inizi� a
sciogliersi.
L'indigeno fece anche complessi calcoli sulla massa del grande cristallo e
sui tempi in cui tale cristallo aveva impiegato a sciogliersi.
Non trovando alcuna prova del contrario, questa ipotesi fu ritenuta vera per
molte decine di anni, e ci� non ci deve affatto stupire, in quanto guardando
un po' in dietro nel tempo di fatti analoghi ne sono successi molti. Ad
esempio, il modello Tolemaico che metteva la terra al centro dell'Universo,
fu difficilissimo da scalzare, in quanto era in grado di soddisfare sia il
nostro ego, che anche tutti i "balzani" spostamenti dei pianeti e del sole.
Il modello entr� in crisi, non tanto in quanto si pensasse che fosse
assolutamente balzano dare alla Terra un ruolo privilegiato rispetto agli
altri pianeti, ma solo quando, con il progredire degli strumenti di misura,
si vide che esistevano delle imprecisioni che non potevano essere
soddisfatte se non aumentando sempre di pi� la complessit� del modello
stesso.
Io credo che queste cose ci dovrebbero fare un po' riflettere: il procedere
della scienza, fino ad ora, si � basato sulla ricerca di leggi e regole che
consentano di descrivere avvenimenti e fenomeni a partire dalle osservazioni
fatte. Solo alcuni gegni, che hanno rimesso in discussione le fondamenta dei
castelli precedentemente creati, anche se questi erano in grado di stare
ugualmente "in piedi", ha consentito di fare reali progressi nelle nostro
conoscenze.
Ma veniamo al punto: io penso che la teoria del big-bang non sia molto
milgliore della teoria del grande granello di sale o di quella del sistema
tolemaico. Sto dicendo una eresia? Forse s�: la teoria del big-bang � in
grado di spiegare un sacco di cose, e, fino ad ora, per quel che ne so degli
scricchiolii ne ha abbastanza pochi, salvo uno: � egocentrica. Ancora una
volta, l'umanit� � finita con il modellare ci� che gli sta attorno sulla
base dell'uomo, delle sue paure e della sua esistenza. La teoria del
big-bang, infatti vede l'Universo come un bambino, che nasce, invecchia e
muore.
Io non credo al big-bang, cos� come non avrei forse creduto al modello
tolemaico od alla teoria del grande granello di sale perch� esse danno delle
spiegazioni improbabili: � improbabile che tutto il sale si fosse
concentrato in un unico granellone, cos� come � improbabile che tutti i
corpi celesti girino intorno ad uno privilegiato, la terra. E' altrettanto
improbalile che tutta la massa/energia fosse concentrata in unico punto di
discontinuit�.
La natura, per quello che abbiamo fino ad ora imparato, non fa preferenze:
tutte le cose dell'Universo tendono ed essere equidistribuite.
Perch� l'universo deve avere avuto un inizio? La teoria del big bang spiega
molti fenomeni, per cui pu� anche darsi che le cose siano andate veramente
cos�, ma io ci credo veramente poco.
Io credo invece che sia molto pi� probabile che vi sia un processo continuo,
come fu avanzato da alcuni e poi abbandonato.
Non sono un genio, ne un astrofisico, per cui non so certo proporre un'idea
alternativa in grado di fare cadere questo castello. Quello che vorrei
proporre � solo un piccolo spunto, magari gi� sviscerato (e bocciato) da
qualche scienziato.
I punti pi� importanti a suffragio della teoria del big-bang sono, credo, il
fatto che l'universo appaia espandersi e la radiazione di fondo, che appare
pi� o meno equamente distribuita in tutto l'universo.
Il concetto di spazio e di vuoto si sono molto evoluti nella scienza; mi
chiedo, allora, se noi non possiamo pensare ad un modello in cui,
statisticamente, ogni tanto in qualche punto dello spazio, casualmente, si
genera un po' di materia/energia ed un equivalente di spazio vuoto:
M = k * V
A cosa serve il vuoto? Molto semplice, a fare espandere l'Universo. Se
infatti pensiamo a un universo in cui casualmente, ogni tanto nasce un po di
pieno ed un po di vuoto, ovvero di spazio, otterremo un universo in
espansione, in cui pi� guardiamo lontano pi� le cose si allontano da noi, in
quanto, statisticamente, crescono i vuoti e i pieni che casualmente si
creano tra noi e l'oggetto che stiamo osservando.
Calcolare la quantit� di spazio che si deve creare per chilometro cubo, per
giustificare l'attuale espansione dell'Universo credo sia abbastanza
semplice. Pi� difficile forse � calcolare la quanit� di materia/energia
corrispondente che viene creata. Naturalmente, data l'equivalenza tra
energia e massa, a sinistra dell'equazione suddetta potremmo anche pensare
di metterci qualcosa che possa legarsi alla radiazione di fondo
dell'Universo.
Mr Basic
(2l6nr4la4e7a9zm4)
Received on Fri Jul 23 2004 - 02:20:32 CEST
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