Re: esami e voti (OT?)

From: J_Tolkien <darkeam_at_tin.it>
Date: Sat, 17 Jul 2004 13:44:41 GMT

DivGrad ha scritto:

>No, non sei il solo,
>ma ormai mi ci sono abituato e sai perch�? Perch� pi� tempo passa e pi�
>mi convinco che la laurea � semplicemente il riconoscimento per il tempo
>speso dallo studente a studiare le materie. Una laurea in fisica non fa il fisico...
>Se consideri due docenti che insegnano la stessa materia, il loro programma
>non sar� mai identico. Se consideri uno studente che prende 30 e lode
>con uno di questi prof, se ripete l'esame con l'altro c'� pure il rischio
>che si becchi un 20. Ma allora il voto d'esame cosa dovrebbe rappresentare
>se non l'impegno profuso per studiare il programma di "quel" docente?
>Questo per dirti che il rito dell'esame altro non � che quello che andare a
>raccontare al prof quello che lui vuole sentirsi dire.
>Morale, se due studenti si laureano con 110 e lode non significa che
>sono dei bravi fisici, ma che sono stati semplicemente dei bravi studenti,
>tutto qui. E non significa neanche che sono preparati allo stesso modo
>(vedi discorso sui due diversi prof).
>Quindi, secondo me, � "normale" che le cose vadano cos� come tu le hai
>descritte. I docenti, anche se non lo ammettono, la pensano cos�.

Mi dispiace, ma non la vedo cos�...
Ho frequentato 2anni di ingegneria informatica al Politecnico di
Milano e sono scappato da l� come un disperato perch� non riuscivo a
seguire l'impostazione troppo meccanica di quel corso di studi...
anche le cose pi� banali mi erano incomprensibili, perch� erano date
come dogmi, come una sorta di "vangelo scientifico" al quale si doveva
credere per fede... e per carattere mio, rifiuto a priori(forse
sbagliando, non so) di accettare per "fede" qualcosa che non capisco.
Adesso sono iscritto al 2� anno di fisica all'universit� di Messina.
Inutile dire che ho trovato tutto un altro mondo. Siamo solo 9
iscritti, non riusciamo a riempire un aula e solitamente facciamo
lezione nelle stanze dei prof. in dipartimento, le lezioni di
conseguenza sono pi� "scolastiche" che universitarie, i professori ti
danno la loro piena disponibilit�(in tutto l'arco della giornata),
nelle lezioni, la prima cosa su cui quasi tutti i miei prof. cercano
di fare il punto, e proprio che i vangeli e i catechismi non
appartengono al nostro ambito di indagine, di guardare sempre tutto
con occhio critico, poich� le teorie, a differenza dei dati
sperimentali, cos� come nascono possono morire, e non sono la versione
"tecnico-scientifica" dei dieci comandamenti. Ne segue che gli
esami(qui da me)sono una sorta di formalit� burocratica, poich�,
essendo pochi, � pi� facile per i prof. rendersi conto giorno per
giorno(non in un colloquio di 30/60min)di che pasta sei fatto e di
come ti stai formando. E ovvio che ci sia il prof. s....zo ma, che
diamine, in ogni buona famiglia che si rispetti ce n� uno, e anche
queste sono lezioni... di vita. Non so cosa tu intenda per bravi
studenti, ma non ritengo che un bravo studente sia quello che ripete
meccanicamente e studia solo in funzione dell'esame. Questo metodo non
lo vedo proprio associato alla fisica. Ricordiamoci che studeo non
significa solo studiare nel senso classico del termine, ma anche
desiderare, aspirare, applicarsi... farlo solo in funzione del famoso
"pezzo di carta", e soprattutto nel campo della fisica, tanto
bistrattato, non credo abbia molto senso. Condivido appieno, quindi,
il pensiero di Elio Fabri sul "capire". Alla fine in questo NG tutti,
chi in qualit� di docente, chi in qualit� di ricercatore, di
"semplice" studente o appassionato, sono mossi in primis dalla
curiosit� di capire come funziona la realt� che ci circonda.
Mi rendo conto che la mia (ancora breve) esperienza accademica non sia
esattamente "comune" e rappresenti un caso un p� specifico, ma con una
giusta dose di astrazione... ;-)

Ciao
Elio
Received on Sat Jul 17 2004 - 15:44:41 CEST

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