Re: monocromaticità

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Fri, 25 Jun 2004 21:15:05 +0200

rom - Fri Jun 25 21:15:05 2004
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carlo ha scritto:
> sappiamo che se considero la trasformata di Fourier di un treno d'onda
> finito, ovvero (la parte reale di) una funzione f(t)=exp(i\omega_0 t)
> se t � fra -T/2 e T/2 e 0 altrove, ottengo una distribuzione spettrale
> del tipo |sin K/K|^2 con K=\omega - \omega_0, con un massimo assoluto
> in \omega_0 e massimi relativi via via pi� piccoli.
OK

> ...
> A questo punto mi chiedo: se considero una sorgente luminosa coerente
> "perfetta", cio� che emette onde, poniamo nel visibile, ad una sola
> \omega_0, ma che non pu� emettere onde da tempo infinito, un
> osservatore "perfetto" (che possa rilevare a frequenze pressoch�
> infinite, e non solo a 16 Hz come l'occhio umano) di che colore vedr�
> queste onde subito dopo che sono state emesse?
Sinceramente non capisco che cosa siano questi 16 Hz.
Ha a che fare col "tempo di persistenza"?

> Mi spiego: se \omega_0 � la frequenza angolare del rosso, nei
> primissimi istanti dopo l'emissione il treno d'onda sar� "corto" e la
> sua distribuzione spettrale avr� s� un massimo nel rosso ma avr� anche
> componenti blu, gialle ecc. Quindi se il mio occhio me lo consentisse
> vedrei altri colori all'inizio?
Penso che non sia conveniente prendere l'occhio come esmpio di
rivelatore, perche' e' tutt'altro che semplice, e non sarebbe semplice
spiegare come funziona.
Un pochino se n'e' parlato di recente in un altro thread: mi pare
fosse quello intitolato "una curiosita'"

A complicare le cose, l'occhio e' un rivelatore quantistico, ossia
rivela fotoni. Ma non e' affatto capace di discriminare frequenza
vicine.
Non ti dico di piu', perche' in gran parte ripeterei cose gia' scritte
nell'altro thread. Guardalo, e caso mai, se hai altre questioni, se
ne potra' riparlare.

BTW: Una norma di netiquette, pochissimo conosciuta, in verita', dice
che non e' bene entrare in un NG con una domanda senza aver prima
"lurkato" un po' quello che e' stato discusso negli ultimi giorni.
La ragione e' appunto quella che ho detto: capita spesso di ritrovarsi
a fare domande gia' fatte, o molto simili.
                            

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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Fri Jun 25 2004 - 21:15:05 CEST

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