Re: Interferenza EM

From: Franco <inewd_at_hotmail.com>
Date: Sat, 19 Jun 2004 09:46:56 +0200

Elio Fabri wrote:

>> Gi� che ci siamo, sai quale rendimento si � raggiunto attualmente (per
>> il visibile)? Io sono fermo al 20% circa.
>
> Non lo so.

Una buona cella solare produce un elettrone ogni 2 o 3 fotoni circa. Un
rivelatore a singolo fotone ha una efficienza quantica dalle parti
dell'80%. La differenza fra i due dispositivi e` che nel secondo si deve
in qualche modo amplificare il segnale, perche' un solo elettrone non lo
si riesce a misurare.

> La cosa e' complicata, e ci vorrebbe uno che conosca in dettaglio la
> fisica dei semiconduttori che si usano in questi rivelatori.
> Sicuramente ogni fotone assorbito "mette in moto" un elettrone. Si
> tratta poi di vedere che fine fa le'elettrone: puo' darsi che perda la
> sua energia in modo "improduttivo", e non contribuisca ala corrente.
> Ma di piu' non ti so dire.

Dei fotoni che arrivano, una parte viene riflessa dall'interfaccia
aria/materiale (o finiscono sui contatti metallici, ma per ovviare a
questo si fanno delle lenti che devinao la luce dalla zona metallizzata
al silicio).

Quelli che passano possono avere energia troppo bassa per riuscire a
ionizzare il materiale (per il silicio l'energia minima e` di circa 1.1
eV, quindi in infrarosso). Quelli che ionizzano possono creare la
ionizzazione in una zona di silicio dove non c'e` campo elettrico che
separa lacuna ed elettrone, e quindi l'elettrone libero si ricombina.
Solo i fotoni che generano una coppia nella zona di carica spaziale
contribuiscono alla corrente. Infine anche nella zona di carica spaziale
si possono avere ricombinazioni. Da qualche parte ho un articolo che ne
parla, ma e` in ufficio. Forse era sui proceedings della IEEE del 93.

> Se pensi a un fotomoltiplicatore, come credo di capire, inprimo luogo
> che l'emissione di un fotoelettrone, e solodopo (e su altri elettrodi)
> la cascata.

Ci sono anche rivelatori allo stato solido che lavorano in valanga e
sfruttano una moltiplicazione del primo fotoelettrone (si chiamano SPAD,
single photon avalanche detector), ma il discorso e` esattamente lo stesso.

Ciao

-- 
Franco
Wovon man nicht sprechen kann, dar�ber mu� man schweigen.
(L. Wittgenstein)
Received on Sat Jun 19 2004 - 09:46:56 CEST

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