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From: SaNdRO <ionicchannels_at_virgilio.it>
Date: Fri, 28 May 2004 21:42:25 GMT

Elio Fabri wrote:

> La ddp tra elettrodo e soluzione dipende solo (a parita' di altre
> condizioni) dalla concentrazione degli ioni in soluzione.
> Dato che questa e' la stessa dalle due parti, non c'e' differenza.

Ti riferisci alle pile a concentrazione? In realt� quando si mettono
elettrodi identici (costituiti da un metallo immerso in una micropipetta
piena di soluzione elettrolitica) in compartimentti ad uguale
concentrazione, ma a poteziale diverso, si misura una ddp. Mi dirai: quando
si verificherebbe questo? Beh, se io prendo due soluzioni identiche separate
da una membrana impermeabile e metto 10 anioni in pi� nella prima e dieci
cationi nella seconda, le cariche opposte si disporranno a ridosso della
membrana (condensatore). Tuttavia ogni semicella si comporta come qualunque
conduttore in equilibrio elettrostatico: ha una superficie equipotenziale. E
cio� le cariche elettriche (ioni) della soluzione ovunque si trovino (al
centro o in superficie) sono al medesimo potenziale. Eppure nel punto in cui
entrano gli elettrodi c'� elettroneutralit�, in entrambe le semicelle. Cio�
c'� un ugual numero di cariche + e -. Quindi i due elettrodi identici, non
vedono alcuna differenza di concenmtrazione, neppure locale. Semplicemente
gli elettroni dell'elettrodo (della parte metallica dll'elettrodo) si
trovano al potenziale della soluzione "carica" e sotto il campo elettrico si
muovono. In realt� andrebbe bene anche un pezzo di metallo come elettrodo.
Ti hop fatto l'esempio dell'elettrofisiologia. Perc cui c'� una cellula che
ha il liquido interno carico negativamente e quello esterno alla membrana
(che fa da dielettrico), messo a terra come riferimento e con cariche
positive addossate alla membrana per via dell'induziioine elettrostatica
subita dalle negative interne. Inserendo un elettrodo dentro ed in
riferimento ad uno esterno, si ha una ddp di qualche decina di millivolt. In
altre parole l'elettrodo si comporta esattamente come se fosse un pezzo di
metallo a contatto con un altro pezzo di etallo carico. Le cariche passano
dall'uno all'altro. Solo che essendoci una sioluzione, avviene che le
cariche lettriche portate dagli ioni (ad esempio anioni) passino al
metallo - come elettroni con una reazione chimica (redox). Il fatto di usare
elettrodi all'argento/AgCl in micropipette � solo per ragioni tecniche
(isolamento del vetro, evitare il formarsi di bolle ed altro). E' giusto
tuto ci�?
Received on Fri May 28 2004 - 23:42:25 CEST

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